martedì 23 settembre 2014

Lettera di un lettore: polemica sui #Comites e dei #CGIE

Sono fermamente convinto che l'immediata abolizione di tutte le situazioni reali di parassitismo e spreco di denaro pubblico nelle organizzazioni ed enti sostenuti dallo Stato italiano all'estero siano un imperativo di assoluta priorità nel programma politico di un parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero. Purtroppo non ho trovato traccia di questo specifico aspetto, citando casi concreti e reali, in nessun programma delle formazioni politiche presentatesi alle elezioni del parlamento italiano in tale Circoscrizione

Si tratta infatti di organismi obsoleti, inutili e in realtà fatti solamente per mantenere in vita posti di lavoro e collaborazioni di parassiti e raccomandati, quasi sempre appoggiati dai vertici ministeriali e dei partiti politici italiani.

In particolare i Comites e il CGIE devono essere al più presto aboliti e smantellati, in quanto non fanno veramente nulla di utile e opportuno per la stragrande maggioranza della comunità degli italiani all'estero. Forse nei decenni passati, caratterizzati da un'emigrazione italiana fatta prevalentemente di bassa manovalanza scarsamente qualificata e istruita questi enti potevano forse offrire qualche forma di aiuto e supporto per l'inserimento nell'ambiente del paese ospitante in campo sociale, economico e lavorativo.

La nuova emigrazione, molto diversa da quella del passsato, caratterizzata più da giovani laureati e figure professionali ad alta specializzazione e con la conoscenza di varie lingue straniere, non ha bisogno assolutamente di questi organismi per risolvere i propri problemi del vivere quotidiano. Aggiungo infine che NESSUN PAESE AL MONDO detiene una rete di enti analoga, per funzioni, compiti e attribuzioni, a quelli dei Comites e dei CGIE, per cui non comprendo perché lo stato italiano si possa e voglia permettere di finanziare questi soggetti assolutamente inutili, antiquati, non richiesti e graditi alla stragrande maggioranza degli italiani all'estero e infine fonte di spreco di danaro pubblico.

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