venerdì 29 maggio 2015

Elegante sgambetto della Bindi a Renzi






Il Presidente della Repubblica chiede piú Europa. Ma gli Inglesi...


Gli inglesi son tosti su certe questioni. A queste latitudini lo sappiamo.

mercoledì 27 maggio 2015

Comites di Londra: una proposta per l'autentica delle firme anche da parte dei Consoli onorari

Si iniziano a vedere delle iniziative da parte dei membri del neo eletto COMITES di Londra. La vice presidente del Comites, Maria Iacuzio ed il consigliere Luigi Reale, entrambi eletti nella lista civica "ItalUk" hanno depositato una mozione con l’auspicio che sia condivisa e fatta propria da qualche parlamentare che la ponga all’attenzione del Governo.

In pratica si tratta di dare la possibilità ai Consoli ed ai Vice-consoli onorari il potere di autenticare le firme per poter dare un servizio più agevole ai cittadini italiani, in particolar modo se anziani o con possibilità di movimento limitata, residenti in zone periferiche rispetto alla sede del Consolato.

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Qui il testo: 

PREMESSO CHE

* l'articolo 1 della Costituzione Italiana recita che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”;
* l'articolo 3 della Costituzione Italiana recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
* l'articolo 48 della Costituzione Italiana recita che “La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge”
* l'articolo 71 della Costituzione Italiana recita che “Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.”; -
* l'articolo 75 della Costituzione Italiana recita che “E` indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.”;
CONSIDERATO CHE

Visto l'articolo 87, comma quinto, della Costituzione;
* Visto l'articolo 7 della legge 8 marzo 1999, n. 50, come modificato dall'articolo 1, comma 6, lettera e), della legge 24 novembre 2000, n. 340;
* Visto il punto 4) dell'allegato 3 della legge 8 marzo 1999, n. 50;
* Visto il decreto legislativo recante testo unico delle disposizioni legislative in materia di documentazione amministrativa;
* Visto il decreto del Presidente della Repubblica recante il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di documentazione amministrativa;
* Viste le preliminari deliberazioni del Consiglio dei Ministri, adottate nelle riunioni del 25 agosto 2000 e del 6 ottobre 2000;
* Visto il parere della Conferenza Stato-citta', ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella riunione del 14 settembre 2000;
* Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli alti normativi nell'adunanza del 18 settembre 2000;
* Acquisito il parere delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
* Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 15 dicembre 2000;
* Considerato l’art. 21 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445 che nello specifico, sull’autentificazione delle sottoscrizioni, stabilisce:
> L'autenticità della sottoscrizione di qualsiasi istanza o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà da produrre agli organi della pubblica amministrazione, nonché ai gestori di servizi pubblici è garantita con le modalita' di cui all'art. 38, comma 2 e comma 3.
> Se l'istanza o la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà è presentata a soggetti diversi da quelli indicati al comma 1 o a questi ultimi al fine della riscossione da parte di terzi di benefici economici, l'autenticazione redatta da un notaio, cancelliere, segretario comunale, dal dipendente addetto a ricevere la documentazione o altro dipendente incaricato dal Sindaco; in tale ultimo caso, l'autenticazione è redatta di seguito alla sottoscrizione e il pubblico ufficiale, che autentica, attesta che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità del dichiarante, indicando le modalita' di identificazione, la data ed il luogo di autenticazione, il proprio nome, cognome e la qualifica rivestita, nonché apponendo la propria firma e il timbro dell'ufficio.

CHIEDE

che il Governo Italiano renda effettivi i diritti costituzionali succitati dei cittadini italiani residenti all'esteo concedendo con decreto-legge il potere di autentica delle firme ai consoli e vice-consoli onorari previo incarico del Console Generale di riferimento ai sensi all’art. 21 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445”.

Free Tasting alla Bottega Friulana di Portobello Road

Il locale "Bottega Friulana" (140, Portobello Road) celebra un anno di vita ed apre le sue porte per un "free tasting" dalle 10.00 alle 21.30 di domani 28 maggio 2015. 

Un'occasione per assaporare un po' di Italia.



La satira sull'elettore di Salvini

Il nuovo COMITES di Londra (eletto ad Aprile 2015)


Consiglieri Eletti:

Lista Mani Unite
  1. Nicola Del Basso (550 voti)
  2. Pietro Molle (517)
  3. Luigi Billè (460)
  4. Alessandro Gaglione (429)
  5. Giandomenico Ziliotto (406)
  6. Vincenzino Auletta (270) 
  7. Liborio Genuardi (225)
    Lista Ital UK
    1. Luigi Reale (475) 
    2. Fiorentino Manocchio (434)
    3. Vittorio Plava (335)
    4. Maria Picciano (299)
    5. Maria Iacuzio (256)
      Lista Moving Forward
      1. Martina Cherubini di Simplicio (456)
      2. Michele Andrea Pisauro (359)
      3. Tipu Golam Maula (325)
      4. Laura De Bonfils (320)
      5. Clara Caleo (278)
      Lista Siamo Italiani
      1. Ezio Luigi Fabiani (122)

      Crescita della produttività del lavoro nei paesi Ocse 1995 - 2013. Italia ultima


      lunedì 25 maggio 2015

      24 Maggio 1915 - 2015: 100 anni fa iniziava la Grande Guerra per l'Italia

      La nostra foto della corona lasciata dal Presidente su una lapide scritta dagli italiani dopo la conquista del monte nel 1916
      "Su queste cime italiani e ungheresi combatterono da prodi e si affratellarono nella morte".
      Parole d'altri tempi, sofferenze sempre attuali.
      A seguire la visita del Presidente della Repubblica sul Monte San Michele c'eravamo anche noi. Son passati 100 anni da quel 24 maggio in cui si consumò quella che fu una delle decisioni più tragiche per gli Italiani: l'entrata in guerra.

      Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha voluto celebrare il ricordo di quell'evento con una visita a quello che è l'emblema della carneficina per i ventenni fanti-contadini: il Monte San Michele sopra Gorizia. Il San Michele è alto appena 200 metri e di fatto è una collina ma, rispetto alla pianura carsica ciorcostante è di fatto una montagna a guardia di Gorizia. Per conquistarlo, in 6 battaglie dell'Isonzo (in totale ce ne furono 12, inclusa quella della disfatta di Caporetto) morirono ben 111mila soldati italiani sui 650mila caduti militari in tutta la guerra. Il monte è zona Sacra fin da un decreto del 1922.

      Il sacrario di Redipuglia è poco distante.






      domenica 24 maggio 2015

      Italian Cultural Institute - London: Italy's Great War


      Italy's Great War


      The experiences of soldiers on the Italian front, 1915-18


      To mark the centenary of Italy's entry into the First World War, leading Italian and British scholars discuss how soldiers serving on the Alpine front in 1915-18 experienced the three and a half years of inhospitable conditions and often brutal fighting. Using, among other sources, the private diaries of soldiers conserved in the Archivio Diaristico Nazionale (Pieve Santo Stefano) and the Imperial War Museum (London), they will consider how rank and file troops and officers endeavoured to make sense of a conflict that led to the deaths of more than 600,000 Italians and which, far from creating greater national unity - as so many had hoped it would in the early summer of 1915 - left the country profoundly divided politically.

      • Christopher Duggan - Professor of Modern Italian History and Director of the Centre for Italian History at the University of Reading and author of a number of books. 
      • Nicola Maranesi - Journalist, author of books, radio and television programs, and collaborator of the publishing group L'Espresso.
      • Marco Mondini - Adjunct Professor in Military European History at the University of Padua and author of numerous books.
      • Simon Robbins - Senior Archivist in the Department of Research at the Imperial War Museums, author of several books.
      • Mark Thompson - Award winning British historian and author.

      -
      Information
      Date: Thursday, June 04, 2015
      Opening times: 6.30pm
      Venue: ICI London
      Organised by: ICI London
      In collaboration with:
      Free Event Booking Online

      sabato 23 maggio 2015

      La proposta di Renzi all'Europa è quella di fare debiti fuori bilancio...

      La spesa pubblica che ci soffoca: tutto è ancora organizzato su 110 province (abolite?)

      Amarcord di Fare
      Spiega l'ex Commissario alla "Spending Review" (ai "tagli della spesa pubblica", per chi parla come mangia) Carlo Cottarelli, che lo Stato delle Regioni è ancora organizzato sul modello delle 110 Province (abolite?) con i loro 117 capoluoghi. 

      Il ministero dell’Economia, per esempio, ha 103 commissioni tributarie, 102 comandi della Guardia di Finanza, 97 uffici dell’Agenzia delle Entrate, 93 Ragionerie territoriali dello Stato, 83 uffici delle Dogane. La Giustizia, oltre a tribunali e procure, ha 109 archivi notarili. Il Lavoro, 109 direzioni. L’Istruzione, 104 uffici scolastici e 108 sedi del Consiglio nazionale delle ricerche. L’Interno, 106 prefetture e 103 Questure. Il Corpo forestale dello Stato, vigilato dall’Agricoltura, ha 98 comandi locali. Il ministero dei Beni culturali, 120 soprintendenze e archivi di Stato. Lo Sviluppo economico vigila sulle 105 Camere di commercio, che a loro volta hanno 103 Camere di conciliazione...

      (tratto dal Corriere della Sera "IL LIBRO (E IL BILANCIO) DI COTTARELLI" Diecimila sedi dello Stato. La spesa pubblica che ci soffoca. Inefficienze, enti che si moltiplicano e paradossi nel racconto del commissario alla revisione della spesa" di Sergio Rizzo)


      La spesa pubblica sarebbe..di sinistra se servisse dare a ultimi

      giovedì 21 maggio 2015

      Incontro con il prof. Marcello Messori, Presidente Ferrovie dello Stato e Direttore della LUISS School of European Political Economy

      Questa mattina alla Wax Chandlers Hall s'é svolto l'incontro con il Prof MARCELLO MESSORI, Presidente Ferrovie dello Stato e Direttore della LUISS School of European Political Economy. 

      L'evento fa parte della serie di breakfast che il Business Club Italia organizza periodicamente a Londra.

      Il tema dell'incontro é stato: "Italia 2015: come costruire un mercato finanziario meno banco-centrico?"







      mercoledì 20 maggio 2015

      Mostra "Dangerous Characters in London's Little Italy - Fascists, Anti-Fascists, Sufragettes and Spies"

      Una delegazione di Italia Unica Londra ha partecipato all'inaugurazione della mostra "Dangerous Characters in London's Little Italy - Fascists, Anti-Fascists, Sufragettes and Spies". La mostra é curata da Alfio Bernabei ed allestita da ANPI Londra, INCA CGIL, PD Londra e SEL UK presso la Holborn Library.

      La mostra tratta il tema del radicamento del fascismo all'interno della comunità italiana in Londra e dell'operazione di contrasto ad esso da parte di antifascisti, italiani e non. Il materiale copre il periodo dall'avvento del fascismo all'inizio degli anni Venti fino all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista, con particolare attenzione all'affondamento della Arandora Star il 2 luglio 1940.

      L'esposizione contiene il materiale della mostra "Esilio e tragedia nella Little Italy di Londra" con l'aggiunta di immagini e documenti a cura di Alfio Bernabei, autore del documentario "Dangerous characters".

      La mostra è visitabile al secondo piano della Holborn Library e rimarrá aperta sino al 3 luglio. Per ulteriori dettagli: http://www.camden.gov.uk/ccm/navigation/leisure/local-history/local-history-news-and-events/










      Il mayor di Camdem, l'Italiano Lazzaro Pietragnoli ed il Console Generale Mazzanti 

      lunedì 18 maggio 2015

      Prossimi eventi a Londra (maggio - giugno 2015)

      Martedi 19 maggio alle ore 19: Inaugurazione della mostra "Dangerous Characters in London's Little Italy - Fascists, Anti-Fascists, Sufragettes and Spies" - Holborn Library, in 32-38 Theobalds Road, London WC1X 8PA 


      Giovedi 21 maggio ore 8.30 (mattino): Business Club Italia 21 maggio 2015 Prof Marcello Messori - Presidente FFSS - Wax Chandlers Hall, 6 Gresham Street, London EC2V 7AD 

      Giovedi 28 maggio - Il presidente della Repubblica Mattarella all'European Institute LSE - public lecture - Time: 4.45-5.30pm Venue: LSE Campus, Venue TBC 

      Domenica 31 Maggio ore 17.00 Ricevimento formale per la Festa della Repubblica, che quest’anno si terrà presso l’Istituto Italiano di Cultura (su invito personale) 

      Giovedì 4 Giugno ore 18.30  Istituto Italiano di Cultura "Italy's Great War" The experiences of soldiers on the Italian front, 1915-18 

      domenica 17 maggio 2015

      Inaugurazione della mostra "Dangerous Characters in London's Little Italy - Fascists, Anti-Fascists, Sufragettes and Spies"

       Alla presenza del Console Generale d'Italia

      Inaugurazione della mostra 

      "Dangerous Characters in London's Little Italy - Fascists, Anti-Fascists, Sufragettes and Spies"

       Materdi 19 maggio alle ore 19 la Holborn Library, in 32-38 Theobalds Road, London WC1X 8PA 

      La mostra, curata da Alfio Bernabei, ex-corrispondente L'Unita' da Londra, e promossa da ANPI Londra, tratta il tema del radicamento del fascismo all'interno della comunità italiana in Londra e dell'operazione di contrasto ad esso da parte di antifascisti, italiani e non. Il materiale copre il periodo dall'avvento del fascismo all'inizio degli anni Venti fino all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista, con attenzione dell'affondamento della nave Arandora Star il 2 luglio 1940.

      L'esposizione contiene il materiale della mostra "Esilio e tragedia nella Little Italy di Londra" con l'aggiunta di immagini e documenti a cura di Alfio Bernabei, autore del documentario "Dangerous characters" che abbiamo proiettato in marzo e che potrete vedere nuovamente presso i locali della mostra.

      La mostra è già visitabile e rimarrá aperta sino al 3 luglio. Per ulteriori dettagli ed orari di apertura potete fare riferimento al sito della biblioteca. 



      I Titoli di Libero: Pensionionati


      Peró la cosa é bipartisan con anche Grillo che se la prende con i "papponi delle vitalizio"...

      http://www.beppegrillo.it/2015/05/i_papponi_del_vitalizio.html?s=n


      giovedì 14 maggio 2015

      Riforma Fornero delle pensioni: prima l'han votata, poi l'avversano

      Siamo a maggio 2015 e in questi giorni si parla della decisione della Corte Costituzionale che bocciando l'art. 24 del decreto legge 201/2011 in materia di perequazione delle pensioni, ossia la cosiddetta norma Fornero contenuta nel ''Salva Italia'' varato dal governo Monti. Il ricorso contro la norma dell'esecutivo Monti era stato portato davanti alla Suprema Corte da Federmanager e da Manageritalia.

      In pratica, la Consulta ha sancito che il blocco della rivalutazione delle pensioni è incostituzionale. La norma che, per il 2012 e 2013, aveva stabilito, «in considerazione della contingente situazione finanziaria», che sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps (circa 1.500 euro lordi) scattasse il blocco della perequazione, ossia il meccanismo che adegua le pensione al costo della vita, è incostituzionale.

      Ne è subito nata una polemica sulle cifre da restituire perchè la decisione è immediatamente esecutiva e quindi il Governo Renzi deve restituire ai pensionati le cifre precedentemente bloccate. Si sa che son circa 5.5 milioni i pensionati rimasti 'congelati' dal blocco degli aggiornamenti Istat. Questo significa, secondo diversi analisti, che gli effetti cumulati della sentenza porterebbero a un costo di 8,7 miliardi per gli anni 2012, 2013 e 2014, un costo di un 1,9 miliardi per i primi 5 mesi del 2015 e un costo a regime che si proietta per il 2016 e il 2017 di 3,5 miliardi all'anno. Il totale sarebbe quindi di 17 miliardi lordi, 14 al netto delle imposte.

      Le reazioni dal mondo politico sono le seguenti:



      Il problema è che chi oggi tuona contro il governo Renzi, governo sostenuto da PD e NCD, in molti casi si è dimenticato di aver votato quella norma della legge Fornero quando il governo Monti, di cui la Fornero era ministro del Lavoro, la propose sotto la pressione dell'emergenza conti pubblici.

      In questo, ci viene in aiuto un utile articolo di LeggiOggi.it: "Riforma Fornero: ecco i nomi di tutti i politici che la votarono" in cui si può vedere il nome di chi ha votato alla Camera dei deputati, alla votazione del 16 dicembre 2011 (fonte: www.camera.itla riforma e quindi anche l'art. 24 del decreto legge 201/2011 in materia di perequazione delle pensioni, la cosiddetta norma Fornero contenuta nel ''Salva Italia'' varato dal governo Monti.

      Insomma, chi ha votato a favore della norma che oggi la Consulta ha dichiarato incostituzionale?

      Qui la lista... vediamo se riconoscete i nomi di chi oggi tuona contro quella stessa legge ed invoca la restituzione di quei 17 miliardi. 

      Dal nostro punto di vista noi siamo dalla parte del blocco dell'indicizzazione, per cui siamo contrari alla restituzione. Ma lo eravano all'epoca della riforma Fornero e lo siamo ora. 


      Il sempre pacato titolismo di Libero


      ===============
      Fonti:

      Questo il passaggio incriminato sull’indicizzazione:
      “in considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e’ riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100 per cento”

      I tweet dell'Avvocato dello Stato che ha difeso il Governo davanti alla Consulta su pensioni

      martedì 12 maggio 2015

      Cosa frena ancora la crescita italiana? L'opinione del quotidiano economico tedesco @handelsblatt

      Regionali 2015: il Partito Democratico e il sostegno da parte di liste che han candidati "impresentabili"

      Un'opera di origine campana  
      Vincenzo De Luca, è stato condannato in primo grado a un anno di reclusione per abuso di ufficio nel processo sul termovalorizzatore di Salerno di cui era sindaco. E va bene, può succedere.

      Ha quindi vinto le primarie PD per la Regione Campania, dove, evidentemente, agli elettori del PD la condanna di primo grado, per effetto della quale è stato anche interdetto per un anno dai pubblici uffici, non ha creato nessun patema. Per altro, i giudici hanno concesso la sospensione della pena e De Luca ha fatto appello. Il Partito Democratico, quindi, candida Vincenzo De Luca alla presidenza della Regione Campania.

      Il sasso lo ha lanciato Saviano in un'intervista all'Huffington Post dove dice che «l’elettore meridionale medio non ne vuole sapere di un politico nuovo, che magari ha progetti e idee. Vuole il vecchio che gli garantisce il posto di lavoro, il posto alla nonna all’ospedale, la mensa, l’asilo, quello che ti dà il favore in cambio del voto». In particolare, in riferimento al PD, dice "che è conservatore, che ripete le logiche immutabili e viziose della politica delle clientele e del voto di scambio" (vedi Roberto Saviano: "Gomorra è nelle liste di Vincenzo De Luca. La lotta alla mafia non è una priorità di Matteo Renzi").

      Salta fuori che a sostenere la lista PD di De Luca ci sono liste che candidano una costellazione di personaggi che la tradizione del PD vorrebbe definire "impresentabili". Si parla di nostalgici del Duce e di professionisti del voto di scambio, alcuni in odore di camorra (fonte "Gli Impresentabili (Massimo Gramellini)". 

      Al che in molti si son chiesti come mai il PD non abbia selezionato queste alleanze o abbia posto dei paletti alle candidature delle liste alleate. 

      Malafede?  Furbizia e pelo sullo stomaco alto così? Incompetenza? Menefreghismo? Tutto fa brodo pur di vincere? Boh! 

      Come reazione, De Luca ha invitato gli elettori a non votare certi ceffi presenti nelle liste civiche che... sostengono la sua candidatura. Ieri il vicesegretario nazionale del partito democratico Guerini ha ribadito il concetto. 

      Gramellini conclude alla grande: "Dunque l’appello più surreale della storia suona più o meno così: «Cari cittadini, vi saremo veramente grati se non darete il vostro voto alle persone con cui ci siamo alleati». 

      Ma se sono talmente impresentabili da non meritare il nostro sì, perché vi siete accordati con loro? E soprattutto, perché continuate a restarci insieme anche adesso? Toccherebbe alla politica selezionare la classe dirigente da sottoporre al giudizio del popolo."

      Statt accuort!
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      lunedì 11 maggio 2015

      Italia Unica di Londra sui Risultati delle General Election 2015 - un commento a caldo

      Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi – o no?

      La vittoria dei conservatori alle elezioni britanniche questo passato giovedì ha sorpreso tutti- conservatori in primis. I sondaggisti si stanno facendo un profondo esame di coscienza, incapaci di spiegare come i loro sofisticati metodi abbiano potuto sbagliare di così tanto. Come scritto in un precedente post, tutti si aspettavano e avevano prognosticato tutt’altri risultati, oltre a scenari di quasi fanta-politica su coalizioni a 3 partiti e governi di minoranza. E invece, come da buona sana tradizione di Westminster, al governo ci sarà un solo partito, quello dei Tories, con una maggioranza assoluta (331 dei 650 seggi di Westminster). I Labour di centro-sinistra hanno subito una disfatta notevole non tanto in termini di voti, ma ottenendo solo 232 seggi, cioè 26 in meno delle elezioni precedenti. Per i Liberal Democrats è stata una vera e propria Caporetto, con 49 seggi in meno rispetto al 2010 e 15% di voti in meno. Anche il tanto temuto UKIP non è andato molto lontano, vincendo un solo seggio, benché in termini di percentuale di supporto nella popolazione si sia rivelato in linea con le aspettative pre-elettorali (12.6%).



      Insomma, il vecchio adagio del Gattopardo sembra avere ancora una volta ragione. Anche se il Regno Unito è passato ad avere un sistema multipartitico, la legge elettorale e, probabilmente, il terrorismo mediatico che è arrivato persino a ipotizzare un intervento della regina in caso di situazione di governo instabile, hanno avuto la meglio sulle indecisioni degli elettori britannici.

      Time to go home. But not for David and Nicola
      Cosa spiega il cambiamento?

      I sondaggi non sono riusciti a immaginare, e men che meno a predire, i risultati del 7 maggio. Fino all’ultimo hanno dato per testa a testa i due partiti principali, Tories e Labour, sottostimando la vittoria dell’SNP in Scozia, che ha ottenuto 56 su 59 seggi disponibili. Ora le spiegazioni della sorpresa elettorale abbondano.
      Riguardo alla disfatta labourista, c’è chi accusa Miliband di aver semplicemente fallito nell’essere un leader credibile con una narrativa coerente[1]. All’interno della sinistra stessa, Blair e i Blairisti di una sinistra più centrista, si rammaricano che la leadership abbia alienato la classe media, e di essersi solo rivolta a chi riceve sussidi e fatica ad arrivare a fine mese. Più difficile da spiegare come molti dei voti per i labouristi siano finiti a UKIP, specialmente nel nord del paese. Presumibilmente UKIP è riuscito a parlare all’ ‘Inglese ordinario’ con argomenti più convincenti e terra terra dei laburisti. I Liberal Democrats hanno raccolto i frutti – amari - di cinque anni di coalizione e compromessi su alcuni dei loro punti programmatici fondamentali, come le rette scolastiche. E potenzialmente anche anche subito le conseguenze di un voto strategico di molti, che, sapendoli in declino, hanno preferito votare per partiti più forti.
      #Brexit: la vedi quella porta?
      In maniera più positiva, altri commentatori lodano e danno tutto il merito del successo Tory alla leadership capace di Cameron, che molti elettori, inclusa una gran parte dei votanti laburisti, trova un primo ministro più convincente per il paese di Miliband. In maniera pragmatica e, volendo, molto britannica, si può inoltre riflettere sul saggio principio che gli elettori votano ‘con le loro tasche’, ovvero basandosi principalmente sulla situazione economica. Molti giornali hanno messo in guardia sul caos economico che un governo Labour avrebbe causato, e sottolineato al contrario la crescita e la disoccupazione in diminuzione che Cameron è riuscito ad ottenere durante il suo mandato. Questo può aver avuto un peso notevole nelle decisioni degli elettori, una volta entrati nell’intimità anonima della cabina elettorale.


      The winner takes it all- the loser has to fall[2]

      Questa strofa di una canzone degli Abba riassume concisamente quello che sta succedendo ai ‘losers’, perdenti di queste elezioni. Tutti e tre i leader dei partiti che più hanno sofferto perdite in queste elezioni hanno deciso di dare le dimissioni. Ed Miliband, leader Labourista, Nick Clegg, leader dei Liberal Democrats, e Nigel Farage, leader di UKIP che non è riuscito a conquistare il seggio nella sua circoscrizione, hanno tutti abbandonato il loro ruolo a capo dei rispettivi partiti. Le lotte per la successione sono già cominciate, in particolare nel partito laburista, dove si parla persino di un ritorno del fratello di Ed Miliband, David, da molti considerato come un leader più convincente e che aveva perso le elezioni di partito per poco contro suo fratello. Ci si domanda se Farage resterà davvero lontano dalla politica a lungo. Al momento ha annunciato di prendersi un periodo di vacanza, e tanti si aspettano che tornerà all’attacco in una veste o un’altra. Le tre dimissioni sono comunque un buon segno di una democrazia funzionante, in cui il leader assume le proprie responsabilità e lascia spazio ad altre visioni per elezioni future.
      Arrivare dal Camerun sarà più difficile col rinato Cameron?


      Ma anche il vincitore, paradossalmente, non avrà una vita facile. Nel mandato precedente di Cameron ci sono state più ribellioni[3] nella House of Commons – ovvero voti in direzione opposta alla linea di partito- che in qualunque altro governo del dopoguerra. Oggi, con una maggioranza assai risicata di 12 seggi, sicuramente Cameron avrà non poche difficoltà a passare leggi. Una forte disciplina di partito sarà assolutamente necessaria, e a Westminster il ruolo di ‘chief-whip’[4] è proprio dedicato al mantenimento di questa disciplina. Cameron dovrà quindi imperativamente tenere a redini corte i suoi parlamentari per riuscire a fare fronte unico sulle questioni spinose del prossimo quinquennio.


      Nel futuro, rischio di spaccature dentro e fuori.

      Le due sfide principali per il nuovo governo conservatore sono due potenziali spaccature, una all’interno e una all’esterno dei confini nazionali. La prima è quella tra la Scozia e il resto del regno unito. La vittoria schiacciante dell’SNP, il partito nazionalista scozzese di orientamento di sinistra, e la probabile vittoria dello stesso nelle elezioni per il parlamento scozzese in l’anno prossimo, significano che la Scozia ora ha la legittimità per domandare sempre più indipendenza e diritti. Sembra in effetti strano pensare che questioni prettamente scozzesi siano determinate da un partito di maggioranza, quello dei Tories, che in tutta la Scozia ha vinto un solo seggio. E viceversa, che rappresentanti di un partito puramente scozzese decida di questioni inglesi o gallesi.
      Oggi siam tutti British-Italians

      L’altra divisione che rischia Cameron è quella tra il Regno Unito e l’Europa. Il tanto temuto e discusso referendum sull’appartenenza o meno all’Unione Europea ora accadrà per forza nel 2017. E il fatto che UKIP, se il Regno Unito avesse un sistema proporzionale, avrebbe vinto quasi circa 80 seggi in parlamento[5], rende questo referendum ancora più pericoloso. La metà del partito conservatore ha posizioni euroscettiche – o eurofobe, gli eurofili LibDems sono annientati, gli altri elettori restano da convincere. La campagna per restare nell’UE è cominciata letteralmente già la notte del voto, ed organizzazioni pro-UE stanno reclutando attivamente (per es. la multi-partitica British Influence). In questi due anni a venire prima del referendum Cameron cercherà di rinegoziare alcuni aspetti del deal UK-UE, ma sarà un compito arduo perché i partner europei non vogliono un cambiamento al trattato, che domanderebbe referenda in molti paesi. Cameron quindi dovrà essere un abile negoziatore e riuscire a vendere in casa qualunque piccola battaglia vinta a Bruxelles come una vittoria schiacciante.  

      Come molti giornali inglesi scrivono, è bene che Cameron si goda queste brevi ore di gloria e successo, perché i prossimi cinque anni saranno assai ardui per diverse ragioni: sfide di partito, di politica, e di politiche specifiche, per non parlare di questioni esistenziali come la Scozia e l’Europa.  Se superficialmente quindi la situazione sembra una continuazione del solido modello democratico di Westminster, con un partito di maggioranza alla guida del paese, non è detto che in fondo, lo scenario politico e istituzionale britannico non sia, in realtà, profondamente, indelebilmente cambiato. 

      Giulia Pastorella

      Per Italia Unica - Londra



      [2] Chi vince prende tutto, e chi perde deve lasciare.
      [3] Per i dati sulle ribellioni nella House of Commons, si legga lo studio di Cowley e Stuart su www.psa.ac.uk/insight-plus/blog/most-rebellious-parliament-post-war-era
      [4] membro di un gruppo parlamentare incaricato di tenere i collegamenti tra il leader del partito e il gruppo stesso, assicurando che i parlamentari votino secondo la linea del partito