lunedì 21 settembre 2015

Il lato oscuro delle missioni militari degli Occidentali all'estero: tacere sui soprusi, anche i più odiosi

Domenica sera sulla TV inglese é andato in onda uno dei soliti programmi che quassù piacciono molto dopo i talent, il giardinaggio e i programmi degli chef: il mondo militare con dei civili che si sottopongono all'addestramento dei SAS, i corpi speciali fiore all'occhiello del mondo in divisa anglosassone.  Nella fattispecie era il programma Special Forces: Ultimate Hell Week sulla BBC2 .

Ebbene, nel programma si faceva vedere un aspetto che viene curato nella preparazione di truppe destinate ad operare in teatri segreti dove occorre entrare in contatto con forze ribelli, partigiani, guerriglieri di paesi con culture e modi di vivere diversi da quelli occidentali. Uno dei punti fondamentali del training era quello di portare delle munizioni a un gruppo di combattenti dispersi sulle montagne. Nello scenario si trattava di combattenti "alleati" pertanto si doveva consegnare le armi e stabilire delle relazioni positive per mantenerseli amici e collaborativi. Ecco, questo ultimo punto é quello piú critico. certo portare delle armi e munizioni pesanti dentro casse di legno su per le pendici di una montagna per consegnarle ai "guerriglieri" di turno é difficile e richiede allenamento e prestanza fisica tipica delle forze speciali, peró quello che alla BBC han mostrato andava oltre. All'arrivo al campo, il capo dei "guerriglieri" (nel caso specifico del training, un colonnello dell'esercito australiano) offre del cibo locale ai nostri soldati e come regola, questi devono accettare proprio per non urtare le sensibilità dei locali e giocarsi così la loro collaborazione. Non solo, devono "disinnescare" ogni potenziale battibecco o confronto aspro e cercare di stare calmi e non rispondere alle provocazioni (es. se un guerrigliero offende tua madre perché il tuo governo non ha mandato abbastanza armi o tarda nei soccorsi promessi). 

Il punto é chiaro, c'é gente con armi in mano, spesso non si tratta di militari di professione e quasi sempre é gente dal grilletto facile e magari pure indirizzata da ideologie forti e violente. 

Ora, il caso volle che passasse sulla stampa nazionale Italiana questa notizia: 

Afghanistan: soldati Usa obbligati a ignorare gli stupri su minori

Il New York Times rivela: casi segnalati ma nessuna punizione contro agenti locali. 
Il racconto di un militare: «Durante la notte li sentivamo gridare, ma non potevano far nulla. Non ci era permesso»

Ebbene, mettendo assieme le due cose, si fa presto a capire che le missioni piú o meno segrete all'estero non son cosa facile da gestire e si capisce anche che il valore strategico dell'obbedienza incondizionata da parte di chi porta la divisa grigioverde sia qualcosa che in alcuni casi andrebbe rivisto. Essere complici, involontari, ma pur sempre complici di certi atti e comportamenti é qualcosa che non si puó tollerare.

Peggio, quello che non si puó tollerare é il fatto che notizie del genere non finiscano sulle prime pagine dei giornali occidentali e non si prestino a un dibattito intelligente sul ruolo legittimo delle forza armate occidentali in teatri di guerra fuori dalla Patria. 

Non puó mai essere rose e fiori e la ragion stato é la ragion di stato ma l'Occidente non puó dar lezioni al mondo se non segue le proprie regole di civiltà ovunque e con tutti. 

Altrimenti non possiamo lamentarci se l'orrore non avrá mai limiti.   

(AP) Valli a riconoscere: Friends or Foe? 
 

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