giovedì 10 settembre 2015

Il fastidio quando i termini "migrante" e "profugo" sono usati come sinonimi

Non con migranti, bensì con profughi
"Balle, fottute balle e statistiche" è il celebre detto per concludere che puoi metterci tutti i numeri che vuoi tanto poi alla fine è l'interpretazione e l'uso che si fa dei numeri, più o meno fuorviante, che farà la storia, non i numeri in se. 

Si potrebbe dire la stessa cosa della questione "migranti". In principio i termini cambiano con le epoche storiche e fin qui nessuno ha nulla di dire. Fa parte dell'evoluzione sociale, culturale e storica. Se io dico "Vatussi" voi direste "gli altissimi signori di colore" e sareste a disagio a dire "gli altissimi negri", però negli anni Sessanta la si pensava in maniera diversa su quella parola e non si offendeva la sensibilità di nessuno. I tempi son cambiati ed è legittimo non usare la parola "negro" se si ha meno di 70 anni.  

Fino a qualche decennio fa erano "paesi del terzo mondo" poi son diventati "paesi emergenti". Fino a poco tempo fa erano "vu cumprà" e "extracomunitari" (che però non si riferiva agli extra UE Norvegesi, Americani e Svizzeri...). Ci fu poi il periodo degli sbarchi dall'Albania e all'epoca dire "sei proprio un albanese" non significava esattamente dire che eri un fighetto di via Montenapoleone. Ora la parola "albanese" non evoca granchè di negativo. Agli Italiani era successa una cosa simile con le migrazioni più o meno stagionali e più o meno stabili in Svizzera dove negli anni Sessanta eri ritenuto uno "zingaro" se venivi dal Bel Paese. Pure li sarebbe cambiato l'insulto e magari ti avrebbero dato dello ROM fosse stato oggi...

Arrivò poi l'ondata di "immigrati". "Immigrato" è una parola neutra ma avendo assunto nell'immaginario collettivo l'equivalenza di africano-che-spaccia-in-stazione-e-ogni-tanto-ruba-e-violenta è caduto in rapido disuso in favore di "migrante". Anche se tecnicamente "immigrato" evoca l'idea di qualcuno che ora si è stabilito qui mentre "migrante" è uno che potrebbe essere di passaggio. 

Il problema è che non si può assimilare tutto e tutti nel concetto di "migrante". Pure un latitante è un "migrante". Ad ogni modo esiste una distinzione precisa se si guarda al sistema sociale ed economico tra "migrante legittimato a stare qua", "migrante che forse è utile che stia qua" e "migrante da rimpatriare subito".  

Sia la sinistra buonista che la destra razzista non van per il sottile così per la sinistra politically correct tutti, ma proprio tutti, son "migranti buoni" ovvero profughi che scappano quindi da guerre, persecuzioni politiche, religiose, etniche, razziali come pure sono "buoni a prescindere" i "migranti economici". Per la destra cripto-razzista son tutti "migranti inutili" o perchè disertori (tipo "mio nonno ha fatto il partigiano/il camerata, mica è scappato in Spagna durante la guerra civile!") o perchè anziani e bambini che non servono al sistema economico, anzi, sono deleteri per i costi che impongono servizi sociali o perchè, ma non lo si dice apertamente, hanno una religione diversa che si ritiene non si integrerà mai con usi e costumi nostri. 

A proposito, non si usa mai il termine "sfollato" che è quello che userebbero per me e per te se il fiume dietro casa esondasse o se ci fosse il terremoto. Ma di fatto saremmo dei "profughi", magari profughi interni ma sempre profughi.   

Il discorso dovrebbe essere semplice:

- se sei di nazioni di conflitto o di forte tensione sociale sei un profugo (costretto a scappare) e quindi sei un richiedente asilo o un avente diritto all'asilo perchè vieni da una nazione che il governo italiano riconosce come nazione in stato di guerra (eg. Siria) o afflitta da persecuzioni settarie (eg. Sud Sudan) o da regimi coercitivi (eg Eritrea).

- se vieni da nazioni non appartenenti al gruppo di cui sopra allora sei un "migrante economico" (eg dal Marocco) e quindi puoi essere "utile" all'economia se sei un bracciante agricolo (vista la bassa automazione della nostra agricoltura soprattutto al Sud) o sei un tecnico specializzato (eg un tornitore) o sei semplicemente "non spendibile nel nostro sistema economico" in particolare se sei un anziano, un bambino o una donna che non lavora. 

Insomma, giornalisti, identificate subito se state parlando di "profughi" o di "migranti economici". Chiamare tutti "migranti" è etimologicamente corretto ma resta una furbata che soddisfa solo la vostra pigrizia e contribuisce a non far chiarezza. Sempre che quello non sia il vero scopo della propaganda... 

1 commento:

  1. Va detto chiaramente: col sistema pensionistico contributivo la mia pensione me la pago io e non me la pagherai tu tra 30 anni. Inoltre, se per integrare te devo stravolgere la mia catena di valori e tradizioni mi sa che finirai col costarmi più di quello che mi fai guadagnare.

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