venerdì 24 aprile 2015

Succede in Italia: lo scontro tra Generazione di "Bamboccioni Choosy" vs "Gerontocrazia Benpensante"



Lavora con noi | Expo Milano 2015 - Expo 2015 è la pagina di riferimento. Fin qui nulla di strano.

Il clamore di questi giorni comincia però con un articolo del Corriere della Sera dal titolo "Turni scomodi per lavorare all’Expo. Otto su dieci ci ripensano. Seicento i reclutati. Lo stipendio: oltre 1.300 euro netti al mese, compresi i sabati e le domeniche di Elisabetta Soglio".

La cosa è stata ripresa e rilanciata anche da altre note della stampa più varia: Il Fatto Quotidiano "Expo 2015, 645 giovani rifiutano contratto di lavoro a 1300 euro netti al mese": Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, 8 under 29 su 10 contattati dalla società Manpower hanno deciso di fare un passo indietro all'ultimo minuto. Tra le ipotesi del rifiuto: la precarietà (la manifestazione dura solo 6 mesi) e i turni di lavoro anche sabato e domenica. 

Il Giornale: "Expo, otto giovani su dieci rinunciano al lavoro: stipendio basso e troppe ore", In moltissimi hanno deciso di non accettare un contratto da 1.300-1.500 euro netti mensili: "Almeno l'80% dei candidati si è tirato indietro"

L'Huffington Post: "Expo, turni scomodi per i 600 giovani reclutati. L'80% ci ripensa e rifiuta 1300 al mese (compresi festivi e notturni)"

Ecc. ecc.

A leggerlo così sembrerebbe che siamo di fronte ad un tipico caso di giovani scansafatiche, abituati alla bambagia, che non vogliono sporcarsi le mani o fare sacrifici. Insomma, una generazione di bamboccioni che non solo si fan mantenere impunemente dai genitori ma son pure schizzinosi (o "choosy") rispetto ai lavori che vogliono fare.

Visto che la notizia era stata lanciata da uno dei più prestigiosi quotidiani nazionali e poi anche commentata da Aldo Grasso, nessuno ha avuto da ridire. Per qualche ora.

Dal giorno dopo però, iniziano a spuntare storie diverse riassunte da articoli come: The Fielder "Generazione Choosy? Sì, grazie" che così esordisce: In questo periodo è diventato di moda di parlare di “generazione perduta”, cioè di quei giovani tra i 30 e i 40 anni che, pur essendo maggiormente istruiti e con un bagaglio di esperienze estremamente più variegate rispetto ai propri genitori, si ritrovano a dover elemosinare posti di secondo piano. Sono mal pagati, esclusi da ogni processo decisionale, a causa di un sistema gerontocratico ed avulso al merito.

Next Quotidiano: LA VERA STORIA DEI GIOVANI CHE RIFIUTANO UN LAVORO DA 1300 EURO PER L’EXPO. Ma davvero i bamboccioni d'Italia hanno rifiutato compensi invidiabili per partecipare alla kermesse milanese? Basta andare a leggere i commenti agli articoli per scoprire che la retorica dei giovani choosy forse in questo caso non c'entra una mazza

L'articolo riporta molti commenti lasciati dai giovani che si erano presentati alle selezioni che immancabilmente e puntigliosamente sottolineano (dal loro punto di vista) il pressapochismo dell'organizzazione che avrebbe dovuto assumerli con risposte lente o che non arrivavano e con una serie di disguidi che avrebbero scoraggiato qualsiasi persona che stesse cercando un interlocutore affidabile per un posto di lavoro. Per lo più considerando i costi di permanenza a Milano e di trasporto durante quel periodo che vanno bilanciati agli stipendi effettivi (che pare siano inferiori a quanto riportato dalla stampa nazionale).

Chiosa l'articolo di Next: "E questi non sono gli unici a far notare che il compenso proposto non era quello raccontato nel titolo e che di altri problemi nel reclutamento ce ne sono stati. Insomma, parrebbe proprio che sia necessario dare ragione a chi dice questo: «questa “notizia” oggi la si trova dappertutto. Poi scopri che tantissimi sarebbero andati eccome, per una cifra simile. E scopri anche che tanti hanno mandato il CV ( ragazzi qualificati, sia chiaro) e neppure hanno avuto risposta. Chi l’ha avuta si è sentito proporre una cifra di gran lunga inferiore, neppure sufficiente per le spese. Bravi, giornalisti, continuate cosi ! Non per niente siamo al 73 posto nel mondo per la qualità della nostra informazione stampa»".

Si aggiungono diversi siti che a questo punto danno voce ai ragazzi ed al loro malcontento, che , a ragion veduta, sembra essere giustificato. Il punto è, che questo è l'ennesimo esempio della lotta scrisciante ed urticante che sta lacerando due generazioni di Italiani: gli ultra Cinquantenni (con in particolare i Settantenni a farla da padroni) e gli under Quaranta (con in particolare gli under Trenta a soffrirne di più).

Riassume bene la questione il Blog "Piovono Rane" ospitato dall'Espresso "Lettera aperta ad Aldo Grasso" (in risposta al video dello stesso Grasso sulla vicenda): "Certo, anche noi da ragazzi qualche lavoretto di merda lo si è fatto, è vero. E non ci si lamentava. Ma sapevamo che era poco più che un gioco, per pagarci le vacanze, la moto o lo stereo. Sapevamo che finita l'estate - o tuttalpiù l'anno - saremmo passati ad altro, in rapido miglioramento. E sapevamo che il nostro destino, a diploma o laurea raggiunta, era un posto garantito, con tutti i diritti di cui sopra, e volendo eterno.

Non le sorge il dubbio che chi è giovane oggi sia invece meno entusiasta di scattare al volo per un lavoretto di merda perché sa che finito quello sarà di nuovo per strada ad aspettarne o cercarne un altro probabilmente più di merda ancora, e così via per l'eternità?"

Ed infine, arriva anche il commento di Beppe Grillo che sintetizza il tutto con un ashtag d'effetto: #GrassoPrecario

Morale della favola: in Italia, la lotta tra generazioni, sia mediatica che di sostanza, continua e salta fuori ad ogni occasione. Compreso l'expò.

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Archivio:


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