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Domanda 7. Secondo voi quanti sono gli Italiani a Londra?
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Risponde Ezio Luigi Fabiani - Capolista
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Interessante che ognuno abbia la sua percezione di chi dovrà andare a rappresentare. In realtà con poco più di 5.000 iscritti a votare che la comunità italiana sia di uno, nessuno o centomila poco cambia. No?
RispondiEliminaLa domanda e' quanti sono gli italiani a Londra? No qual' e' la vostra percezione di chi dovrete rappresentare - se questo fosse stato il caso le risposte sarebbero state diverse. Comunque, senza entrare nel merito della questione, gli iscritti sono circa 7000 in tutta la GB
EliminaLe risposte sono diverse. Per questo si parla di diversa percezione. 7mila iscritti su 250mila italiani AIRE della circoscrizione consolare di Londra?
EliminaRingrazio per l’osservazione e la prendo come spunto per precisare.
RispondiEliminaSe vivi a Okehampton nel Devon hai la percezione che in GB ci siano in tutto un centinaio d’italiani. Se vivi a Bedford o in alcune parti di Londra hai la percezione che ce ne siano 6 milioni. I dati riportati sopra, dalle diverse liste, sono quelli invece che, nella loro parzialità (devo dire presi in anni diversi), sono stati trasmessi dal Consolato Generale d’Italia. Parzialmente perchè il Consolato può dirti quanti sono gli iscritti all’aire, ma il resto no, semplicemente perchè non sono registrati. Allora come fanno ad avere una stima dei non aire in GB? Una delle fonti più certe è il calcolo totale delle richieste del 'National Insurance Number' (pressapoco l’equivalente del codice fiscale italiano) fornito dal Ministero del Lavoro inglese. Si consideri che in GB senza il 'National Insurance Number' non puoi assolutamente lavorare o fare molte altre cose, quindi è un passaggio obbligatorio e certo. Basti pensare che nel solo anno 2013 hanno richiesto questo numero 40mila italiani.
Ne risulta: che nell’area metropolitana di Londra vi sono circa 250mila italiani di cui solo la metà iscritti all’aire. Nel resto della circoscrizione Consolare di Londra, 250 mila, di cui la metà aire. Preciso che il resto della circoscrizione comprende: tutta l’Inghilterra, Galles, Isole Normanne e Gilbilterra. Se poi a questo si somma anche la Scozia ed Irlanda del Nord si arriva ad una stima minima di oltre 550mila italiani, cioè in tutta la GB. Si consideri anche che in Scozia in parte del Galles ed altre località minori vi è una comunità italiana moderatamente numerosa, insediatasi agli inizi del ‘900, che ormai non è iscritta all’aire e non fa neanche parte dei non iscritti se vogliamo, semplicemente perchè hanno la nazionalità Britannica e sono fortemente integrati, ma conservano pur sempre molti tratti culturali italiani. Ne deriva che circa 1% della popolazione della GB è d’origine italiana.
Naturalmente al numero totale bisogna scremare il flusso di rientro, che è un numero moderatamente esiguo rispetto agli arrivi degli ultimi anni. Se poi si vogliono aggiungere turisti e studenti, semmai seguono sei mesi di corso d’inglese, è altra cosa, si possono aggiungere migliaia e migliaia di persone, ma qui non abbiamo a che fare con la tipologia degli italiani residente all’estero e con un reale fattore d’emigrazione; ne hanno la residenza in GB, ne hanno il 'National Insurance Number', ne ci pagano le tasse, ne il medico di famiglia e via di seguito, hanno però il biglietto dell’aereo già prenotato. Intendiamoci vanno anche loro pienamente tutelati per quell pur breve soggiorno che fanno, ma statisticamente non possono essere sommati ai residenti più o meno stabili. D’altra parte se anche a Roma sommiamo studenti e turisti la popolazione della città da poco più di 2,8milioni arriva a circa 3,5 milioni, e qualsiasi esperto di scienze demografiche sorriderebbe un pò.
Fatto il punto, in maniera abbastanza sintetica, sull’aspetto numerico degli italiani in GB, per quel che è possible in un contesto come questo, cosa del tutto diversa sono gli iscritti alla nuova anagrafe elettorale. Cioè i 7000 citati; la ragione, la motivazione e l’analisi su questo dato numerico esiguo, rispetto al totale degli italiani in GB va affrontata con una domanda specifica in un diverso contesto - e certamente lo farò.
Luigi Reale
Grazie per l'esaustiva speigazione sig. Reale. La seguirò con interesse. Marco
RispondiEliminacredo che il flusso dei rientri sia meno esiguo di quanto pensi Reale, c'è un vero e proprio turnover di giovani che arrivano stanno per circa un anno, lavorando (quindi spesso chiedendo il NIN) e ritornando poi in Italia.
RispondiEliminaD'accordo con Luigi su molte considerazioni, ma non sul fatto di non conteggiare gli studenti. Una ragazza che viene a fare la Bachelor in Uk passandoci quindi almeno 3 anni direi che ha tutto il diritto di essere considerata una residente.
Comunque ribadisco proposta Moving Forward serve un censimento serio. Noi abbiamo qualche idea su come farlo, e saremo lieti di confrontarci sul merito nel Comites.
Andrea Pisauro
Ciao Andrea, la residenza non va con la professione se sei studente, impiegato, pensionato, disoccupato oppure altro – è cosa diversa. Io sono stato molto preciso nel portare l'esempio di uno che fa un corso di sei mesi, non un lavoro di 3 anni. Generalmente 12 mesi sono lo spartiacque, ed è quello che prescrive la legge sul cambio di residenza con iscrizione aire. Non centra niente la professione o l'attività che svolgi, o anche se stai chiuso a casa tutto il giorno o in galera (veramente in galera la residenza te la cambiano fulmineamente). Interessato alla proposta del censimento, davvero curioso perchè è una delle cosa più difficili e costose per un Stato, immagino per un Comites. Attenzione censimento non è lo studio di un campione o un sondaggio. Comunque lieto d'ascoltare qualsiasi idea.
RispondiEliminaLuigi Reale