martedì 28 aprile 2015

Il Fact Checking delle Elezioni in Regno Unito del 7 maggio 2015

Molti noi voteranno alle elezioni comunali del Regno Unito (e alcuni, con doppia cittadinanza, anche a quelle politiche (General Election).

Per verificare i fatti e discernere le balle dalle verità, esiste un sistema tutto anglosassone di fare le cose che si basa sulla verifica dei fatti, il fact checking appunto.

Per comodità, vi indichiamo qui alcuni dei più prominenti siti utili per fare il fact checking sulle dichiarazioni dei politici britannici:








lunedì 27 aprile 2015

#Comites di #Londra: il nuovo comitato esecutivo (Aprile 2015)

Si appena conclusa la prima riunione del neo-eletto Comites della Circoscrizione Consolare di Londra. Dopo i saluti e la presentazione dei lavori da parte del console Mazzanti è cominciata la discussione che ha avuto come epilogo la nomina del nuovo comitato esecutivo di quest'organo di rappresentanza della comunità italiana di Londra e Inghilterra meridionale.

Le nomine riflettono i risultati elettorali (vedi #Comites 2015 di #Londra: i consiglieri eletti) e assicurano la più ampia rappresentatività espressa dalle urne.

Qui le cariche:

Presidente: Pietro Molle (#ManiUnite)
Vice Presidente: Maria Iacuzio (#ItalUk)
Segretario: Avv. Alessandro Gaglione (#ManiUnite)

Consiglieri esecutivi:


Congratulazioni ai nuovi membri e buon lavoro a loro e a tutto il COMITES di Londra.


Rassegna stampa: immigrazione, rapporti Italia-USA, previdenza, 25 Aprile

Segnaliamo la rassegna stampa tratta dal blog "Gli Immoderati"

Rassegna stampa: immigrazione, rapporti Italia-USA, previdenza, 25 Aprile





Renzi diceva che chi cambia partito deve andare a casa per rispetto degli elettori



Poi i senatori di Scelta Civica (inclusi Lanzillotta, Ichino, Buitoni...) passarono al PD e non successe nulla.

domenica 26 aprile 2015

Credibilità Internazionale Zero: se l'Economist e tutta l'Europa sfottono l'Italia sulla questione immigrati

Direzione Amburgo?
Leggete l'articolo "Migrants in the Mediterranean" The numbers nightmare dell'Economist e concentratevi su una frase alla fine...
"many migrants who come ashore in Italy disappear north before being identified—with the connivance of the Italian authorities".

In pratica il giornale inglese ci accusa di essere in malafede. Sarà. Speriamo almeno nella stessa malafede con sui France e Inghilterra han attaccato la Libia di Gheddafi senza chiedere permesso a chi, come noi, ha il maggior impatto diretto nelle relazioni geo-economiche con la Libia.

Chi di "connivance" ferisce, di "connivance" perisce.

Tuttavia, ci tocca fare i conti con il fatto che la Germania della Merkel non si fida di noi perchè, notizia di anche un anno fa, i tedeschi si lamentavano che le autorità italiane davano soldi agli immigrati affinchè, di fatto, potessero avere i mezzi per raggiungere l'agognata Germania (vedi articoli di maggio 2013 "Immigrati: stampa tedesca, africani pagati da Italia per arrivare in Germania".

La vicenda è così raccontata dall'agenzia tedesca Dpa:  

Il casus belli. Questa la storia di circa 300 immigrati provenienti da Libia, Ghana e Togo che, nonostante fossero stati fermati dalle autorità italiane, sono comunque riusciti ad arrivare nella città anseatica. Un attacco all’Italia e alla sua capacità di rispettare gli accordi europei in materia di immigrazione corroborato dal particolare aggiunto sul suo sito dal quotidiano Spiegel che, citando il Ministero dell’Interno federale, scrive di come ciascun profugo abbia ricevuto 500 euro per proseguire indisturbato il viaggio fino a varcare il confine tedesco. Un esodo guidato dalla speranza che comunque, prevede Detlef Scheele, senatore del partito socialdemocratico tedesco, avrà un esito negativo per gli africani: «Molti di loro infatti in Germania rimarrebbero senzatetto, perché non hanno alcun permesso di lavoro e nessun diritto alle prestazioni sociali locali. Sarebbe irresponsabile dar loro false speranze e penso che il viaggio di ritorno sia davvero l’unica opzione possibile».

Il più furbo lo lasciamo in piedi?
Non solo la Germania non si fida dell'Italia ma pure tutta l'Europa del Nord. Un po' è la solita alterigia nordica nei confronti degli sfigati del Sud Europa, un po' è che noi facciamo di tutto per passare per dei simpaticoni inaffidabili (dalla politica del cucù di Berlusconi che fu poi ripagato con i sorrisini tra la Merkel e Sarkozy al vertice G20 di Cannes del 2011, alle immagini che immortalarono José Manuel Barroso e Herman van Rompuy sorridere delle riforme di Matteo Renzi nel marzo 2014).

67 mila rifugiati su 60 milioni di abitanti
Per dovere di cronaca, di Mario Monti e di Enrico Letta, quantomeno così sfacciatamente nei consessi internazionali, nessuno ha mai riso.

L'Economist non manca di farci conoscere i numeri delle richieste asilo in Europa aggiornate a fine anno 2014. Sebbene l'Italia ne abbia avute più della Gran Bretagna resta ancora la nazione con il minor numero di rifugiati su popolazione residente. ERGO: cari italienisch, vi tenete tutti i rifugiati che da voi sbarcano e vi arrangiate.






C'è poi l'aspetto legale legato agli accordi internazionali ed in particolare il noto "Regolamento di Dublino". All'epoca della firma della terza versione del regolamento di Dublino (la prima risale al 1990 e la seconda al 2003), quello che sancisce che i migranti devono restare nella nazione europea dove sbarcano e solo li può essere fatta la domanda di asilo e li devono restare fin che la domanda non dà un esito, è un'evidente modo indiretto, furbo ed elegante, per far restare gli sbarcati in Italia, Grecia, Spagna e in altre nazioni UE deboli e periferiche. Al che vien da pensare che chi firmò a nome dell'Italia l'ultima versione del protocollo potesse prestare più attenzione e chiedere delle modifiche in vista del maggiore afflusso verso l'Italia. Era il 2013 e lo firmò l'allora (ed attuale) ministro degli Interni Angelino Alfano assieme alla ministra della Giustizia Cancellieri, sotto la presidenza del consiglio di Enrico Letta (vedi ''La firma sulla revisione degli accordi di Dublino l'avete messa voi, è quella del ministro Alfano'').

I fini politologi ci diranno che questo atteggiamento indifferente dei paesi potenti dell'UE ha anche un valore elettorale nei rispettivi paesi europei, in quanto, i partiti xenofobi stanno crescendo in media ovunque e i partiti al governo devono dare un colpo alla botte e un colpo al cerchio.

Ma questo per noi non è il vero problema. A noi interessa la poca credibilità del Paese in Europa e il fatto che i grandi partner Europei non si fidino della nostra capacità di identificare i rifugiati e di elaborare in tempo dei progetti di accoglienza e di smistamento oltre che di risposta alle domande di asilo. Non è un caso che di fatto vogliano commissariare il processo di identificazione dei migranti appena sbarcati inviando i loro poliziotti ad affiancare i nostri (vedi: "Un team dall?estero per il fotosegnalamento. I timori del Viminale: «Siamo commissariati»").

In Italia arriverà un team dall'estero per il fotosegnalamento degli immigrati
Dai nemici mi guardi iddio che dagli amici (europei) mi guardo io
Insomma, i paesi Europei ci stan dicendo che:
  • l'Italia non ha abbastanza rifugiati per poter chiedere aiuto a loro che ne han già di più
  • l'Italia ha coscientemente sottoscritto la Risoluzione di Dublino III per cui di cosa ci lamentiamo se i rifugiati devono restare in Italia?
  • loro han già problemi con i loro partiti xenofobi e non vogliono aumentarli
  • tra le righe non ci han mai detto di non intervenire militarmente contro porti e barche libiche (la Francia lo fa in Africa, e la Spagna ha reti e filo spinato nelle sue enclave africane) 
Siamo trattati come degli scolaretti deboli a cui affiancare la maestra di sostegno e magari dargli qualche zuccherino (un paio di elicotteri e una manciata di milioni per l'Operazione Triton) per farci stare tranquilli e diligenti per un po'.

Se ve piace così!?!

Tutte queste rotte ha rotto (gli equilibri Europei)
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Vedi anche:






Quanti sono e come sono distribuiti i migranti in Italia? (aprile 2015)

sabato 25 aprile 2015

70° Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo

Il cimitero Britannico di Udine
Oggi celebriamo, assieme a tutti gli italiani che credono nella libertà e democrazia, la Festa Nazionale della Liberazione.

Questo è un blog di ispirazione liberale pertanto ci sembra doveroso un pensiero particolare a tutti coloro che mossi da uno spirito liberale lottarono contro l'occupazione straniera dei tedeschi nazisti e contro la negazione della libertà individuale e della democrazia da parte del Regime Fascista e dei suoi accoliti.

Oggi ricordiamo chi partecipò a quella lotta di Liberazione: le centinaia di migliaia di Alleati, Americani e cittadini dell'Impero Britannico sbarcati in Sicilia ed Anzio (dal luglio 1943 al maggio 1945 le sole Forze Armate Americane hanno perduto circa 32.000 uomini in Italia tra morti in combattimento e morti a causa della guerra, mentre le forze dell’Impero Britannico persero 45.469 militari), i 75mila soldati Polacchi, i 22mila soldati del rinato Regio Esercito e naturalmente il movimento della Resistenza caratterizzato dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici) e che, secondo gli studi di Guido Quazza, il maggiore storico del fenomeno resistenziale, il numero totale di partigiani che presero parte alla guerra di liberazione si aggira attorno ai 230mila individui, di cui 125mila vi presero parte continuativamente (i morti furono 35.000, 21.000 i mutilati, 9.000 i deportati in Germania).

Ma anche chi fece "Resistenza" in modo indiretto all'occupante tedesco ed al governo collaborazionista di Salò a partire dai richiamati dalla RSI che non risposero al bando del maresciallo Graziani (nel novembre 1943 su 186.000 coscritti si presentarono in 87.000), ma soprattutto quelli che poi disertarono dopo l'arruolamento che salirono dal 9% di gennaio 1944 al 28% a dicembre, nonostante il decreto delle autorità fasciste sui procedimenti di rigore e la pena di morte.

Poi i soldati italiani catturati dopo l'8 settembre 1943, che su circa 800.000 prigionieri, solo in 186.000 decisero di aderire al nuovo governo fascista per venire impiegati in prevalenza come ausiliari non combattenti, mentre oltre 600.000 soldati rifiutarono e vennero internati in Germania dove, con la denominazione di IMI, furono ridotti alla condizione di lavoratori servili, furono sottoposti ad un duro trattamento e subirono privazioni e violenze.

Infine tutti i lavoratori che nei territori della RSI scioperarono, alle volte in massa, al fine di sabotare la capacità produttiva dello stato fascista rischiando quindi la propria incolumità per un fine ideale.

Tutti loro contribuirono alla Liberazione e per questo celebriamo questa giornata.

Dispiegamento Militare Italiano: perchè in Libano si e in Libia no?

L'allora Ministro degli Esteri, Franco Frattini, dichiarò che «le missioni internazionali sono un biglietto da visita dell’Italia nel mondo». Non a caso, i militari italiani con i quali capita di dialogare, evidenziano, con una punta d'orgoglio, l'importante ruolo che oggi hanno le Forze Armate nella società italiana e di come questo ruolo sia frutto essenzialmente di un ritrovato prestigio internazionale. Questo prestigio deriva da tre decadi di missioni internazionali, sia con migliaia di truppe dispiegate su teatri difficili, sia in missioni numericamente più ridotte e spesso sconosciute ai più.

Libia 2011 chi ce l'ha fatto fare?!? Libia 2015, chi non ce lo fa fare?!?

Da un punto di vista numerico, le Forze Armate son rappresentate da 183mila militari di Esercito, Marina e Aeronautica, da 117mila Carabinieri e da 68mila Guardie di Finanza, per un totale di circa 370mila professionisti (fonte: Numeri Utili: Dipendenti Pubblici in Italia). Secondo le stime ufficiali, le missioni internazionali han incluso al massimo (nel 2011) circa 8mila professionisti (vedi Numeri Utili: numero di militari italiani in missione all'estero). Tecnicamente nelle missioni all'estero partecipa anche personale della Polizia di Stato (per addestramento delle polizie locali) e personale della Riserva e Ausiliario delle Forze Armate, tuttavia, i numeri, per grandi linee, sono quelli di cui sopra.

Per capirci dunque, all'apice dell'impegno internazionale in missioni che non siano di pura formazione (come ad es. il tempo speso in basi della NATO per fini addestrativi) abbiamo circa 8mila militari all'estero su 183mila militari in servizio, ovvero circa il 5% delle FFAA (escludendo dal conto i CC e GdF). Se sia un numero alto o basso, congruo o meno, questo non lo sappiamo.

Da come la vediamo noi, leggendo semplicemente i giornali, al di là dei nomi delle missioni o dei gruppi internazionali cui si fa parte (es. non è raro veder nomi tipo "Battle Group") il dispiegamento avviene generalmente in zone meno esposte ad azioni di fuoco rispetto ai teatri dove vengono dispiegate le forze di nazioni come gli USA, Gran Bretagna, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Francia. Inoltre, ci si guarda bene dal definire le missioni internazionali "missioni di combattimento" (pure quando in effetti il combattimento c'è, come ad esempio era a Bala Murghab in Afghanistan) o dall'effettuare interventi diretti ed unilaterali come ad esempio fa la Francia nella "sua" Africa.

Ad ogni buon conto, quello che si osserva in questi giorni è che incarichi di prestigio non mancano sulla scena internazionale. Un caso su tutti è il ruolo di comando che l'Italia ha da tempo nella missione in Libano (dove ha ben figurato un generale, ex addetto militare qui a Londra). Di questi giorni anche la notizia, di routine, dell'avvicendamento di un reparto della Cavalleria che sarà impegnato in pattugliamenti con le forze armate libanesi (vedi I “Dragoni” al comando della task force in Libano). Non è cosa nuova in quanto questi reparti già da tempo effettuavano missioni nella terra dei cedri però è lo spunto per una riflessione legata all'attualità: come mai in Libano va bene fare una missione di controllo e pattugliamento dei confini con Israele (vedi i dettagli della Missione in Libano sul sito della Difesa), e sul fare una missione simile in Libia si tentenna? 

La domanda così suona ingenua, limiamola un po'. Sul Libano c'è una risoluzione dell'ONU del 1978 che dà mandato di andar li, in una nazione con spaventosi livelli di corruzione e di fatto retta non da un governo democratico nel senso occidentale del termine ma da fazioni, a controllare il confine con Israele (che è una nazione a noi amica).

Chi non risika non rosika
Tuttavia, la storia di nazioni a noi alleate e di alleanze cui facciamo parte, insegna che alle volte si può accelerare una risoluzione ONU (es. per bombardare la Libia di Gheddafi nel 2011), alle volte si deve agire senza risoluzione ONU (es. bombardamento NATO della Serbia nel 1999 che sarebbe stato bloccato dal veto della Russia) ed altre volte la si può ignorare la risoluzione ONU (es. le spesso citate 66 risoluzioni riguardanti Israele). Per inciso, i margini per discutere su quanto "obbligatoria" sia una "risoluzione" ce ne sono e quando fa comodo si dice che "solo le risoluzioni del consiglio di sicurezza sono obbligatorie". Le altre "risoluzioni" sono trattate alla stessa stregua di un cartello che vieta di calpestare l'erba ai giardinetti.

Detta a chiare lettere: la dipendenza di un'azione diplomatico-militare internazionale da specifiche risoluzioni ONU, è funzione delle circostanze e del peso politico-diplomatico che si ha in quel momento. Tutto il resto è buono per le lezioni nelle aule di diritto internazionale al corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche a Gorizia. The end.

Tornando alla nostra domanda, vista la capacità delle FFAA italiane di controllare il territorio e creare bolle di sicurezza come in Afghanistan, perchè non si può intervenire militarmente in Libia ed assicurare il controllo dei porti per la verifica di chi parte verso Lampedusa? Oltre che la creazione in Libia di campi di smistamento ed identificazione dei richiedenti asilo politico alle nazioni europee?

Che le nostre non siano domande isolate lo dimostra anche un recente intervento del ministro della Difesa Pinotti: «In Libia missione Onu come in Libano e l’Italia guiderà la coalizione»

Osserviamo ed aspettiamo. 

Alla vigilia dell'approvazione dell'Italicum: Crozza fa un'analisi papale papale


Se l'avesse fatto Berlusconi, la redazione di Repubblica sarebbe sul piede di guerra e ci sarebbero le catapulte fuori da palazzo Chigi. Lo ha fatto Renzi... silenzio assoluto. Come dare torto a Crozza?

L'Economist ci ricorda il ruolo del potere delle dinastie familiari (e come assicurarsi che non sia deleterio per il bene comune)

venerdì 24 aprile 2015

Succede in Italia: lo scontro tra Generazione di "Bamboccioni Choosy" vs "Gerontocrazia Benpensante"



Lavora con noi | Expo Milano 2015 - Expo 2015 è la pagina di riferimento. Fin qui nulla di strano.

Il clamore di questi giorni comincia però con un articolo del Corriere della Sera dal titolo "Turni scomodi per lavorare all’Expo. Otto su dieci ci ripensano. Seicento i reclutati. Lo stipendio: oltre 1.300 euro netti al mese, compresi i sabati e le domeniche di Elisabetta Soglio".

La cosa è stata ripresa e rilanciata anche da altre note della stampa più varia: Il Fatto Quotidiano "Expo 2015, 645 giovani rifiutano contratto di lavoro a 1300 euro netti al mese": Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera, 8 under 29 su 10 contattati dalla società Manpower hanno deciso di fare un passo indietro all'ultimo minuto. Tra le ipotesi del rifiuto: la precarietà (la manifestazione dura solo 6 mesi) e i turni di lavoro anche sabato e domenica. 

Il Giornale: "Expo, otto giovani su dieci rinunciano al lavoro: stipendio basso e troppe ore", In moltissimi hanno deciso di non accettare un contratto da 1.300-1.500 euro netti mensili: "Almeno l'80% dei candidati si è tirato indietro"

L'Huffington Post: "Expo, turni scomodi per i 600 giovani reclutati. L'80% ci ripensa e rifiuta 1300 al mese (compresi festivi e notturni)"

Ecc. ecc.

A leggerlo così sembrerebbe che siamo di fronte ad un tipico caso di giovani scansafatiche, abituati alla bambagia, che non vogliono sporcarsi le mani o fare sacrifici. Insomma, una generazione di bamboccioni che non solo si fan mantenere impunemente dai genitori ma son pure schizzinosi (o "choosy") rispetto ai lavori che vogliono fare.

Visto che la notizia era stata lanciata da uno dei più prestigiosi quotidiani nazionali e poi anche commentata da Aldo Grasso, nessuno ha avuto da ridire. Per qualche ora.

Dal giorno dopo però, iniziano a spuntare storie diverse riassunte da articoli come: The Fielder "Generazione Choosy? Sì, grazie" che così esordisce: In questo periodo è diventato di moda di parlare di “generazione perduta”, cioè di quei giovani tra i 30 e i 40 anni che, pur essendo maggiormente istruiti e con un bagaglio di esperienze estremamente più variegate rispetto ai propri genitori, si ritrovano a dover elemosinare posti di secondo piano. Sono mal pagati, esclusi da ogni processo decisionale, a causa di un sistema gerontocratico ed avulso al merito.

Next Quotidiano: LA VERA STORIA DEI GIOVANI CHE RIFIUTANO UN LAVORO DA 1300 EURO PER L’EXPO. Ma davvero i bamboccioni d'Italia hanno rifiutato compensi invidiabili per partecipare alla kermesse milanese? Basta andare a leggere i commenti agli articoli per scoprire che la retorica dei giovani choosy forse in questo caso non c'entra una mazza

L'articolo riporta molti commenti lasciati dai giovani che si erano presentati alle selezioni che immancabilmente e puntigliosamente sottolineano (dal loro punto di vista) il pressapochismo dell'organizzazione che avrebbe dovuto assumerli con risposte lente o che non arrivavano e con una serie di disguidi che avrebbero scoraggiato qualsiasi persona che stesse cercando un interlocutore affidabile per un posto di lavoro. Per lo più considerando i costi di permanenza a Milano e di trasporto durante quel periodo che vanno bilanciati agli stipendi effettivi (che pare siano inferiori a quanto riportato dalla stampa nazionale).

Chiosa l'articolo di Next: "E questi non sono gli unici a far notare che il compenso proposto non era quello raccontato nel titolo e che di altri problemi nel reclutamento ce ne sono stati. Insomma, parrebbe proprio che sia necessario dare ragione a chi dice questo: «questa “notizia” oggi la si trova dappertutto. Poi scopri che tantissimi sarebbero andati eccome, per una cifra simile. E scopri anche che tanti hanno mandato il CV ( ragazzi qualificati, sia chiaro) e neppure hanno avuto risposta. Chi l’ha avuta si è sentito proporre una cifra di gran lunga inferiore, neppure sufficiente per le spese. Bravi, giornalisti, continuate cosi ! Non per niente siamo al 73 posto nel mondo per la qualità della nostra informazione stampa»".

Si aggiungono diversi siti che a questo punto danno voce ai ragazzi ed al loro malcontento, che , a ragion veduta, sembra essere giustificato. Il punto è, che questo è l'ennesimo esempio della lotta scrisciante ed urticante che sta lacerando due generazioni di Italiani: gli ultra Cinquantenni (con in particolare i Settantenni a farla da padroni) e gli under Quaranta (con in particolare gli under Trenta a soffrirne di più).

Riassume bene la questione il Blog "Piovono Rane" ospitato dall'Espresso "Lettera aperta ad Aldo Grasso" (in risposta al video dello stesso Grasso sulla vicenda): "Certo, anche noi da ragazzi qualche lavoretto di merda lo si è fatto, è vero. E non ci si lamentava. Ma sapevamo che era poco più che un gioco, per pagarci le vacanze, la moto o lo stereo. Sapevamo che finita l'estate - o tuttalpiù l'anno - saremmo passati ad altro, in rapido miglioramento. E sapevamo che il nostro destino, a diploma o laurea raggiunta, era un posto garantito, con tutti i diritti di cui sopra, e volendo eterno.

Non le sorge il dubbio che chi è giovane oggi sia invece meno entusiasta di scattare al volo per un lavoretto di merda perché sa che finito quello sarà di nuovo per strada ad aspettarne o cercarne un altro probabilmente più di merda ancora, e così via per l'eternità?"

Ed infine, arriva anche il commento di Beppe Grillo che sintetizza il tutto con un ashtag d'effetto: #GrassoPrecario

Morale della favola: in Italia, la lotta tra generazioni, sia mediatica che di sostanza, continua e salta fuori ad ogni occasione. Compreso l'expò.

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Archivio:


LA PROVOCAZIONE DEL MINISTRO. IL PDCI: «INFELICE EPITETO»

«Mandiamo i bamboccioni fuori di casa»

Padoa Schioppa: con la Finanziaria misure che consentiranno ai giovani di affrancarsi dai genitori

Is Britain getting full?

giovedì 23 aprile 2015

La resistenza di Norma



Le cinque puntate della web serie su Norma Parenti, giovane partigiana, medaglia d’oro al valor militare, uccisa a soli 23 anni nel giugno del 1944 dai nazifascisti.

Spot-on! #Comites 2015 #Londra: raffronto tra "exit poll" del blog e i dati finali


Avevamo fatto degli "exit poll" sulla base delle visite alle interviste che avevamo fatto ai rappresentanti delle varie liste che si presentavano alle elezioni dei COMITES. In blu nel grafico qui sopra si possono vedere le percentuali relative alle visite a queste interviste sul nostro blog.

In rosso si possono osservare le percentuali relative al voto.

Come si può notare, il trend di voto generale era stato catturato abbastanza bene identificando "Mani Unite" e "ItalUK" come la prima e seconda lista rispettivamente e pure le proporzioni sono state azzeccate.

La lista "Moving Forward" fa riferiemento a SEL e al PD di Londra e su questa lista abbiamo sbagliato l'exit poll che ne ha ampiamente sottostimato l'attrazione elettorale (exit poll 10%, voti 28%).

"Siamo Italiani" la si era stimata ad un 13% in termini di attenzione dei lettori contro un 8% poi ottenuto alle elezioni. Si era comunque identificato il trend.

A conti fatti non è stata una predizione troppo fuori dalla realtà. Il che ci conforta nel sapere che comunque la base dei lettori è varia e abbastanza rappresentativa di una platea bi-partisan degli Italiani di Londra e dintorni.

Tornerà utile in future occasioni.

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I risultati completi sono qui: #Comites 2015 di #Londra: i consiglieri eletti

La Scienza decreta: il bicchiere cambia il sapore del vino


Ora non resta che farlo sapere ai pub inglesi così la finiranno di unare un calice standard e di riempirlo come se dovessimo fare la scorta di vino per un'intera settimana!

How the fashion for bigger wine glasses fuelled surge in drink
driving women with numbers up 36% in 20 years



mercoledì 22 aprile 2015

Il Vaticano e il mondo Gay: gli Italiani all'estero s'interrogano

In Italia puoi essere in politica e rubare o evadere il fisco o essere corrotto che non succede granchè alla propria carriera politica. Puoi anche essere un puttaniere seriale e conclamato ed allo stesso tempo sostenere a spron battuto la lotta alla prostituzione e la difesa della famiglia tradizionale, che nessun elettore mai ti taccierà di ipocrisia e continuerà a votarti religiosamente. Se i giudici ti indagano allora sei vittima della persecuzione dei subdoli avversari in combutta con i magistrati. Copione visto e rivisto e che si rivedrà.  

Esiste però un punto sul quale il politico italico, se sgarra, si scotta e per sempre: la religione di Stato (che è tale non de jure ma de facto). 

A meno che non si faccia parte di aree politiche dichiaratamente laiche/atee (che rappresentano a spanne non più del 5% dell'elettorato) o anticlericali (circa lo 0.00001% dell'elettorato), da un punto di vista politico criticare la Chiesa Cattolica o anche muovere un appunto, equivale ad un suicidio. Pure un suicidio in grande stile, sicuro e definitivo. Amen.

Pertanto in Italia, quando si parla di amministrazione temporale di quell'entità spirituale che è la Chiesa, cioè di Vaticano, i politici son tutti allineati e coperti anche se magari c'hanno l'amante (violazione del IX comandamento "Non desiderare la donna d'altri") e quando, pur dicendosi ferventi cattolici, votano nei referenda sia a favore di aborto che del divorzio (violando così a piè pari il VII comandamento "Non dire falsa testimonianza").

Tempo fa s'era parlato di una "lobby gay" in vaticano (leggi Panorama del gennaio 2013 "I veleni e la lobby gay", Huffington Post del giugno 2013 "Papa Francesco: "Lobby gay in Vaticano", l'avrebbe detto ai religiosi latino-americani", Repubblica del gennaio 2014 "L'ex capo delle guardie svizzere: "In Vaticano lobby gay", Dagospia di Febbraio 2014 "CHE FINE HA FATTO LA LOBBY GAY DEL VATICANO?".  C'era pure stato un interessante stralcio di intercettazioni telefoniche (prima del 2010) nel caso che aveva coinvolto l'ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici nonchè "Gentiluomo di sua Santità" in cui si parlava in codice ("Ho una situazione cubana") in riferimento a presunti incontri gay di cui riferisce Repubblica in "Vaticano, allontanato corista della Cappella Giulia avrebbe combinato gli incontri gay di Balducci".

Ebbene, con il nuovo Pontefice tutte queste discussioni si sono assopite e sono cadute nell'oblio. A metterci una pietra sopra ci fu anche la famosa frase del Papa nel luglio 2013 "Chi sono io per giudicare i gay?"


Fin qui tutto bene. Sappiamo come sono i politici italiani, sappiamo com'è la società italiana e francamente ce ne siamo fatti una ragione che sia molto conservatrice di facciata e molto marcia dietro i sepolcri imbiancati. Ma è la notizia di questi giorni che veramente lascia basiti contro ogni ragionevole forma di rassegnazione al torpore intellettuale italico. A meno che non ci siano smentite ufficiali, il Corriere della Sera oggi titola così: «Il Vaticano rifiuta il gradimento all’ambasciatore francese gay». Laurent Stéfanini, l’ambasciatore gay scelto dal presidente François Hollande per rappresentare la Francia in Vaticano, è stato ricevuto sabato scorso da Papa Francesco «in persona, che gli ha confermato il suo rifiuto di accordargli il gradimento»: la notizia è diffusa dal settimanale satirico francese «Le Canard Enchainé», in edicola mercoledì.


Messa giù così suona molto come "è gay e quindi in Vaticano non lo vogliamo". Suona molto discriminatoria e molto negativa nei confronti dei muri che si vogliono abbattere per un dialogo tra persone del mondo del 2015 (non del 1950).

Per questa vicenda non ci aspettiamo nessuna critica al Vaticano da parte di qualsivoglia politico italiano, non ci aspettiamo nessun passo indietro da parte degli organi politici della Santa Sede, non ci aspettiamo nessun imbarazzo per l'ipocrisia del "non giudicare i gay" ma allo stesso tempo "non gradire".

Non ci aspettiamo nulla anche se siamo imbevuti di laicità britannica e terzietà di giudizio rispetto ai litiganti in campo. Precisiamo che non siamo contro la religione nè contro i cristiani cattolici romani.

Allora perchè fare questo post?

Per sollecitare una riflessione. Tutto qua. 

È Londra la capitale mondiale della formazione universitaria

Lo dice il QS World University Rankings® 2014/15: È Londra la capitale mondiale della formazione universitaria.

O meglio, c'è una battaglia tra USA e UK dove comunque la capitale Britannica riesce ad elencare il maggior numero di istituti universitari d'eccellenza nella stessa città. 

In vetta alla classifica il Massachussetts Institute of Technology (Mit), seguito da Cambridge, a pari merito con l’Imperial College (Londra). Harvard passa dalla seconda alla quarta posizione, davanti a Ucl (University College London). E poi a seguire, nella top ten, Oxford, Stanford, la californiana Caltech, Princeton e Yale. 

Confortiamoci nel sapere che l’Università di Cambridge cerca giovani talenti in Italia.

L'Alma Mater del blogger writer

martedì 21 aprile 2015

#Comites 2015 di #Londra: i consiglieri eletti






Ne dà informazione per prima la lista ItalUk sulla sua pagina Facebook (che ringraziamo per la celerità della comunicazione): i tre consiglieri in assoluto piu' votati del Comites‬ di Londra sono:
  1. Nicola Del Basso (Mani Unite) - già presidente del COMITES di Bedford
  2. Pietro Molle (Mani Unite) 
  3. Luigi Reale (ItalUk)  

I voti riportati dalle 4 liste sono:
Mani Unite 1171
Ital UK 887
Moving Forward 875
Siamo Italiani 242
__________________

Seggi:
Mani Unite 7
Ital UK 5
Moving Forward 5
Siamo Italiani 1
_____________________

Consiglieri Eletti:

Lista Mani Unite
  1. Nicola Del Basso (550 voti)
  2. Pietro Molle (517)
  3. Luigi Billè (460)
  4. Alessandro Gaglione (429)
  5. Giandomenico Ziliotto (406)
  6. Vincenzino Auletta (270) 
  7. Liborio Genuardi (225)
Lista Ital UK
  1. Luigi Reale (475) 
  2. Fiorentino Manocchio (434)
  3. Vittorio Plava (335)
  4. Maria Picciano (299)
  5. Maria Iacuzio (256)
Lista Moving Forward
  1. Martina Cherubini di Simplicio (456)
  2. Michele Andrea Pisauro (359)
  3. Tipu Golam Maula (325)
  4. Laura De Bonfils (320)
  5. Clara Caleo (278)
Lista Siamo Italiani
  1. Ezio Luigi Fabiani (122)
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Da non dimenticare che anche i primi dei non eletti restano in gioco in quanto c'è un giudizio del TAR che ancora pende su una lista. Il TAR si espirmerà in merito il 25 ottobre 2015 (tra 6 mesi). 

COMUNICATO STAMPA della Lista "Siamo Italiani"

COMUNICATO STAMPA
21 Aprile 2015, LONDRA

A rettifica di quanto emerso a mezzo stampa e sui canali mediatici/social media, a commento delle recenti consultazioni elettorali per l’elezione dei COMITES in Europa e nel mondo, specifichiamo che la nostra lista “SIAMO! ITALIANI” non rappresenta legalmente o politicamente il partito italiano di “FORZA!ITALIA”.

E’ erroneo associare il nostro risultato alle recenti elezioni COMITES per la circoscrizione consolare di Londra, con il risultato di Forza Italia (che formalmente non ha partecipato alle elezioni COMITES di Londra).

Non esiste vincolo gerarchico, subordinazione o rapporto diretto tra Forza Italia
e SIAMO ITALIANI (che è una libera associazione di cittadini fondata a Londra il 21 Settembre 2014, formalmente chiamata “Siamo Italiani Society”, e componente la lista “Siamo Italiani Elezioni COMITES 2015” ai soli fini elettorali).

Ringraziamo i nostri 242 sostenitori e guardiamo fiduciosi alla strada che solo oggi iniziamo a percorrere.

Ezio!Fabiani!
Dean, Siamo Italiani Society
Consigliere COMITES, Londra


#COMITES #Londra: Chi informa di più sui social media? Se son rose fioriranno. O forse no.

Ore 8.22 del mattino a Londra, clicchiamo sui siti e sulle pagine social delle 4 liste che si sono presentate alle elezioni per il rinnovo del COMITES di Londra. Stiamo cercando la lista degli eletti.

Questo quello che abbiamo trovato:

La prima lista per numero di voti:  Lista Mani Unite (Civica)


L'ultimo post risale a 5 giorni fa (16 aprile)  ed invita a usare la cassetta fuori dal consolato per postare il voto. Per ora manca la lista degli eletti.

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La seconda lista per numero di voti:  Lista ItalUK (Civica)



Un post di ieri ringrazia per i voti ottenuti e ci sono post su base giornaliera già dal 17 aprile che informano sull'affluenza, voti e seggi. Attività si registra su base giornaliera anche sull'account ti twitter. Per ora manca la lista degli eletti.

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La terza lista per numero di voti:

Sul sito internet: Lista Moving Forward 2014 non dà informazioni sui voti nè ci sono altre comunicazioni dal 9 Aprile. Tuttavia, sulla pagina Facebook ci sono due post, uno del 17 aprile che invita al voto ed uno del 18 aprile che dà i primi risultati sui seggi ottenuti. Per ora manca la lista degli eletti.



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La quarta lista per numero di voti:

Sul sito internet di Lista SIAMO ITALIANI l'ultimo aggiornamento risale al 27 marzo e si concentra sulla presentazione dei candidati. Sulla pagina Facebook non ci sono novità dal 18 marzo. Per ora manca la lista degli eletti.




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Morale della favola: se si vorrà essere informati sulle attività del COMITES di Londra chi dovremo seguire sui Social Media si può intuire da quanto esposto qui sopra. O no?

La posizione di ItalUk sulla nomina dei rappresentanti al CGIE della Gran Bretagna


Tratto dalla pagina Facebook della lista ItalUK (che esprime 5 consiglieri nel COMITES di Londra)

#comites: gli eletti a manchester

lunedì 20 aprile 2015

#Comites #Londra: lo spoglio delle schede. I primi dati.

Lo spoglio è di fatto concluso e trapelano i primi dati:
  • Alle elezioni dei Comites di Londra i registrati per il voto sono stati 6.230
  • Il totale degli Italiani iscritti all'AIRE nella circoscrizione consolare di Londra sono 157.270
  • Si sono registrati 6.230 quindi solo il 4% dei 157.270 aventi diritto 
  • Sono 4.613 coloro che hanno effettivamente votato per il #Comites di #Londra 
  •  4.613 votanti su 6.230 iscritti significa che il 74% degli iscritti a votare hanno poi effettivamente esercitato il loro diritto di voto. 
  • Il 26% di chi si è iscritto a votare (pari a 1.619 individui) non ha poi votato
Il totale degli italiani iscritti all'AIRE nella circoscrizione consolare di Londra è 157.270

In generale, nel mondo, per votare i nuovi Comites in totale si sono registrati circa 243.000 italiani residenti all'estero, pari al 6.5% degli aventi diritto. Alle precedenti elezioni (2004), i votanti a livello mondiale furono il 30% degli aventi diritto.

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I seggi e i voti di lista
  • Mani Unite, lista civica capeggiata da padre Giandomenico Ziliotto, sacerdote a Woking: 7 seggi - 1.179 voti, 37,11%
  • ItalUK, lista civica, cappeggiata da Luigi Reale: 5 seggi.  - 881 voti pari a 27,73%
  • Moving Forward, lista progressista che raccoglie esponenti del PD e di SEL, capeggiata da Andrea Pisauro: 5 seggi - 875 voti pari a 27,54%
  • Siamo Italiani, lista di Centrodestra con anima di Forza Italia, capeggiata da Enzio Luigi Fabiani: 1 seggio - 242 voti, pari a 7,64%

LINKIESTA: Perché gli italiani non parlano l’inglese?

Segnaliamo questo interessante studio: Perché gli italiani non parlano l’inglese?



Patricia lavora da due mesi in una start-up parigina che ha lanciato un’applicazione per insegnare ai bambini l’inglese (Pili pop). Per lanciare l’app e per dare risposta a quella domanda che interroga la sua generazione girovaga e inquieta, ha costruito un’intera infografica.


Elezioni #Comites, ecco risultati ed eletti

sabato 18 aprile 2015

I nostri exit poll #COMITES2015 #COMITES #Londra

Al momento sono in corso gli spogli per le elezioni per il rinnovo del COMITES di Londra. Come sapete il nostro blog ha seguito molto da vicino la campagna elettorale e i programmi delle quattro liste che si sono presentate a questa competizione elettorale.

In particolare abbiamo pubblicato "Le Interviste Complete alle Liste candidate ai #Comites 2015 di #Londra" con le seguenti interviste:
Ebbene, durante questa campagna elettorale ed in particolare in concomitanza con le discussioni legate alle varie liste, abbiamo ricevuto oltre 11mila visite! 

Analizzando làinteresse attorno alle varie interviste ed il movimento riguardo ai post relativi alle varie liste siamo riusciti a creare il grafico qui sotto: 


A questo punto non ci resta che vedere i risultati definitivi degli spogli e capire quanto la vbase dei lettori del nostro blog è rappresentativa degli italiani residenti a Londra. 

Una bella scommessa anche per i blogger. 

Accade in Inghilterra: Vendere casa per pagare la retta della superscuola del figlio

 Tra le tante cose che noi italiani non capiamo dell'Inghilterra c'è il sistema scolastico. A grandi linee il sistema si divide in 4 gruppi: le scuole private esclusive (dette "public schools"), le scuole private per comuni mortali (ma con determinate barriere all'entrata), le scuole internazionali e scuole statali.

Mediamente le scuole statali sono mediocri, più mediocri di quelle italiane.

Le scuole internazionali si paga e son generalmente OK. Le scuole private son generalmente quelle religiose (quelle cattoliche son molto forti) ma per entrarci serve la dimostrazione di essere cattolici ferventi con dettami tipo l'aver battezzato il figlio entro 3 mesi dalla nascita (se son 4 mesi l'ingresso a scuola, 5 anni dopo, è precluso), l'andare a messa ogni domenica e per dimostrarlo, lasciare un bigliettino con un numero nelle offerte. Insomma, una commedia ridicola! Ma la richiesta è tanta e quindi le scuole possono fare le difficili.

Poi ci son le"public Schools", le scuole dove si entra per diritto nobiliare e di censo. Le rette costano anche 30mila sterline all'anno ma i criteri di selezione sono strettissimi, tanto che nella comunità italiana neppure si menzionano queste scuole.

Quello che invece si menziona è il costume inglese di spostarsi di casa per poter avere diritto a mandare i figli alla scuola locale. Il caso vuole che alcune scuole statali siano decenti ma per poterci andare devi fisicamente essere residente in quel comune o nei comuni vicini. Così si vedono intere famiglie che da una contea se ne vanno a vivere in altre contee per il solo scopo di far studiare i figli nelle migliori scuole.

Alcuni, protestanti o atei, anche battezzano il figlio in previsione di una iscrizione nella prestigiosa scuola cattolica di turno.

Il nostro senso di inferiorità nei confronti degli inglesi non ci fa ridere di ste cose ed essere orgogliosi della nostra scuola pubblica che, con mille pezze, comunque è mediamente buona e soprattutto rende la buona scuola accessibile a tutti e non solo ai conti e contesse.

Non ci meraviglia dunque leggere sul Corriere della Sera un articolo sull'Inghilterra che titola così:

Vendere casa per pagare la retta della superscuola del figlio

PS ricordate che a Eton i figli li dovete iscrivere in graduatoria alla nascita.

Succede in Italia: un fastidioso atto di razzismo di certi italiani


Probabile che questo video verrà rimosso (fin che c'è qui il link alla pagina Facebook). Si tratta di un video che ritrae un ragazzo di colore, aggrappato alla porta esterna di un treno. Chi lo ha postato si premura di specificare che si tratta di un treno della linea Ciano-Reggio Emilia (immaginiamo un treno regionale).

Le cose che sconvolgono profondamente sono molteplici.

Per prima cosa il fatto che ci sia gente che filma invece di aiutare quel ragazzo. Peggio, tutto attorno si sghignazza e la si vive come fosse qualcosa di divertente. A onor del vero, anche il ragazzo sembra scherzare, ad un certo punto indica i suoi bicipiti per sottolineare la forza per star appeso li fuori. Ma il punto è che in quella posizione avrebbe potuto cadere, urtare un pilone, trovarsi un treno in corsa sul binario parallelo; insomma, stava rischiando seriamente la vita. Eppure nessuno ha pensato bene di fare l'unica cosa che si doveva fare: tirare il freno d'emergenza e quindi mettere in sicurezza il ragazzo oltre che ad allertare subito il macchinista o un controllore.

Ma non finisce qui, dopo che il video è finito su Facebook, si sono scatenati i commenti razzisti. Per di più, son commenti con tanto di nome e cognome (la Polizia Postale immaginiamo ringrazierà per aver semplificato il lavoro di identificazione).

Purtroppo pare che siamo ancora lontani dai modelli di civiltà che gli Italiani all'estero sperimentano nei paesi in cui ora vivono.

venerdì 17 aprile 2015

Addio a Renato Altissimo

Si è spento a 75 anni a Roma l’ex segretario del Partito Liberale Italiano. Più volte ministro con Cossiga, Spadolini, Craxi e Fanfani

Del Pli fu segretario dal congresso di Genova del maggio 1986 alle dimissioni del maggio 1993. Fu più volte ministro: della Sanità nel Governo Cossiga I, nei Governi Spadolini I e II, nel Governo Fanfani V, Ministro dell’Industria nel Governo Craxi I, tra il 1983 e il 1986. 



Giornali Italiani a Londra

Le maggiori testate per gli Italiani sono:



Parlamentari alla terza legislatura? Pare che Silvio non li ricandiderá

Gira voce che una lettera sia stata mandata ai parlamentari di lungo corso di Forza Italia e che sia stato comunicato loro che non saranno ricandidati. La notizia l'ha menzionata Cruciani a La Zanzara quando ha ospitato la Repetti, da poco uscita dal gruppo parlamentare di Forza Italia assieme al compagno Bondi.

Osserveremo con attenzione le mosse dei parlamentari uscenti dunque.

Succede in Italia: non rieletta al Parlamento Europeo, nominata nel cda di un Ente

Secondo voi cosa succede ai politici non rieletti?

Tornano a fare il lavoro di prima e arrivederci e grazie alla politica...

Licia Ronzulli ha speso una legislatura al Parlamento Europeo. Non rieletta alle Europee del 2014, non é ritornata a fare l'infermiera, sua professione prima di entrare in politica, bensí...

Il 27 Marzo 2015, il Comitato Esecutivo di Fondazione Fiera ha deliberato la proposta di nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione di Fiera Milano SpA per i prossimi tre esercizi, indicando quale Vicepresidente la Signora Licia Ronzulli già europarlamentare del partito del Popolo delle Libertà dal 2009 al 2014 (tratto da http://www.lombardia5stelle.it/

Col grande bisogno che c'é di brave infermiere negli ospedali della Penisola, perché togliere una risorsa cosí importante agli ospedali a favore di une Ente che con le scienze infermieristiche non ha nulla a che spartire? 

Qui le notizie di Wikipedia: 
  • http://it.wikipedia.org/wiki/Licia_Ronzulli 
  • http://eg.wikipedia.org/wiki/Licia_Ronzulli che a differenza della versione italiana menziona una laurea in psicologia (she graduated in psychology

I dirigenti statali prendono il premio senza risultati. Come cambiare questo andazzo?



Tra i dirigenti pubblici in Italia quasi tutti li raggiungono mentre in Inghilterra soltanto il 25% vale a dire uno su 4 ottiene il premio di risultato.

 Complessivamente, il "premio di risultato" per i dirigenti pubblici italiani rappresenta circa il 25% della loro voce di stipendio e costa in totale 800 milioni l’anno. Per abolire i consigli provinciali invece abbiamo risparmiato solo 110 milioni.

Il problema è che in Italia di fatto il premio di risultato si ottiene anche se l’obbiettivo non viene raggiunto.

La soluzione sarebbe semplice: si fa quello che fanno nelle aziende private. Ovvero: si usa la "distribuzione normale" dei bonus usando una curva di Gauss. In altre parole, si calcola la media relativa delle performance tra tutti i dipendenti di una determinata organizzazione e partendo da quella media si stabilisce un 15% di dipendenti eccellenti (che sono andati molto di più oltre la media), un 80% di dipendenti che si avvicina alla media e un 20% di dipendenti che è molto distante dalla media. Il 15% migliore prenderà il bonus, gli altri no. Amen.