In Italia puoi essere in politica e rubare o evadere il fisco o essere corrotto che non succede granchè alla propria carriera politica. Puoi anche essere un puttaniere seriale e conclamato ed allo stesso tempo sostenere a spron battuto la lotta alla prostituzione e la difesa della famiglia tradizionale, che nessun elettore mai ti taccierà di ipocrisia e continuerà a votarti religiosamente. Se i giudici ti indagano allora sei vittima della persecuzione dei subdoli avversari in combutta con i magistrati. Copione visto e rivisto e che si rivedrà.
Esiste però un punto sul quale il politico italico, se sgarra, si scotta e per sempre: la religione di Stato (che è tale non de jure ma de facto).
Pertanto in Italia, quando si parla di amministrazione temporale di quell'entità spirituale che è la Chiesa, cioè di Vaticano, i politici son tutti allineati e coperti anche se magari c'hanno l'amante (violazione del IX comandamento "Non desiderare la donna d'altri") e quando, pur dicendosi ferventi cattolici, votano nei referenda sia a favore di aborto che del divorzio (violando così a piè pari il VII comandamento "Non dire falsa testimonianza").
Ebbene, con il nuovo Pontefice tutte queste discussioni si sono assopite e sono cadute nell'oblio. A metterci una pietra sopra ci fu anche la famosa frase del Papa nel luglio 2013 "Chi sono io per giudicare i gay?"
Fin qui tutto bene. Sappiamo come sono i politici italiani, sappiamo com'è la società italiana e francamente ce ne siamo fatti una ragione che sia molto conservatrice di facciata e molto marcia dietro i sepolcri imbiancati. Ma è la notizia di questi giorni che veramente lascia basiti contro ogni ragionevole forma di rassegnazione al torpore intellettuale italico. A meno che non ci siano smentite ufficiali, il Corriere della Sera oggi titola così: «Il Vaticano rifiuta il gradimento all’ambasciatore francese gay». Laurent Stéfanini, l’ambasciatore gay scelto dal presidente François Hollande per rappresentare la Francia in Vaticano, è stato ricevuto sabato scorso da Papa Francesco «in persona, che gli ha confermato il suo rifiuto di accordargli il gradimento»: la notizia è diffusa dal settimanale satirico francese «Le Canard Enchainé», in edicola mercoledì.
Messa giù così suona molto come "è gay e quindi in Vaticano non lo vogliamo". Suona molto discriminatoria e molto negativa nei confronti dei muri che si vogliono abbattere per un dialogo tra persone del mondo del 2015 (non del 1950).
Per questa vicenda non ci aspettiamo nessuna critica al Vaticano da parte di qualsivoglia politico italiano, non ci aspettiamo nessun passo indietro da parte degli organi politici della Santa Sede, non ci aspettiamo nessun imbarazzo per l'ipocrisia del "non giudicare i gay" ma allo stesso tempo "non gradire".
Per questa vicenda non ci aspettiamo nessuna critica al Vaticano da parte di qualsivoglia politico italiano, non ci aspettiamo nessun passo indietro da parte degli organi politici della Santa Sede, non ci aspettiamo nessun imbarazzo per l'ipocrisia del "non giudicare i gay" ma allo stesso tempo "non gradire".
Non ci aspettiamo nulla anche se siamo imbevuti di laicità britannica e terzietà di giudizio rispetto ai litiganti in campo. Precisiamo che non siamo contro la religione nè contro i cristiani cattolici romani.
Allora perchè fare questo post?
Allora perchè fare questo post?
Per sollecitare una riflessione. Tutto qua.
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