sabato 25 aprile 2015

70° Anniversario della Liberazione dal Nazifascismo

Il cimitero Britannico di Udine
Oggi celebriamo, assieme a tutti gli italiani che credono nella libertà e democrazia, la Festa Nazionale della Liberazione.

Questo è un blog di ispirazione liberale pertanto ci sembra doveroso un pensiero particolare a tutti coloro che mossi da uno spirito liberale lottarono contro l'occupazione straniera dei tedeschi nazisti e contro la negazione della libertà individuale e della democrazia da parte del Regime Fascista e dei suoi accoliti.

Oggi ricordiamo chi partecipò a quella lotta di Liberazione: le centinaia di migliaia di Alleati, Americani e cittadini dell'Impero Britannico sbarcati in Sicilia ed Anzio (dal luglio 1943 al maggio 1945 le sole Forze Armate Americane hanno perduto circa 32.000 uomini in Italia tra morti in combattimento e morti a causa della guerra, mentre le forze dell’Impero Britannico persero 45.469 militari), i 75mila soldati Polacchi, i 22mila soldati del rinato Regio Esercito e naturalmente il movimento della Resistenza caratterizzato dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici) e che, secondo gli studi di Guido Quazza, il maggiore storico del fenomeno resistenziale, il numero totale di partigiani che presero parte alla guerra di liberazione si aggira attorno ai 230mila individui, di cui 125mila vi presero parte continuativamente (i morti furono 35.000, 21.000 i mutilati, 9.000 i deportati in Germania).

Ma anche chi fece "Resistenza" in modo indiretto all'occupante tedesco ed al governo collaborazionista di Salò a partire dai richiamati dalla RSI che non risposero al bando del maresciallo Graziani (nel novembre 1943 su 186.000 coscritti si presentarono in 87.000), ma soprattutto quelli che poi disertarono dopo l'arruolamento che salirono dal 9% di gennaio 1944 al 28% a dicembre, nonostante il decreto delle autorità fasciste sui procedimenti di rigore e la pena di morte.

Poi i soldati italiani catturati dopo l'8 settembre 1943, che su circa 800.000 prigionieri, solo in 186.000 decisero di aderire al nuovo governo fascista per venire impiegati in prevalenza come ausiliari non combattenti, mentre oltre 600.000 soldati rifiutarono e vennero internati in Germania dove, con la denominazione di IMI, furono ridotti alla condizione di lavoratori servili, furono sottoposti ad un duro trattamento e subirono privazioni e violenze.

Infine tutti i lavoratori che nei territori della RSI scioperarono, alle volte in massa, al fine di sabotare la capacità produttiva dello stato fascista rischiando quindi la propria incolumità per un fine ideale.

Tutti loro contribuirono alla Liberazione e per questo celebriamo questa giornata.

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