Elezioni
Comites 2015. Intervista a Luigi Reale Capolista di ItalUk
1.
Come
si chiama la vostra lista, qual è il vostro motto?
La
nostra lista si chiama ItalUk (Gruppo Facebook)
Il
nostro motto, impresso nel simbolo della lista è“I talk -U Talk”.
Più che
altro: “Gets to enjoy a mixture of 2 great cultures”
Ovvero
il dialogo tra le due entità:tra l’elemento italiano e quello inglese. Per noi dialogo e informazione sono la prima cosa, che rientra nella sintesi di
quello che i Comites dovrebbero fare, facendo sentire istituzionalmente la voce
degli Italiani.
2.
Chi
siete e perché avete deciso di presentare una lista per il COMITES di Londra?
La lista si propone di rappresentare le istanze e i problemi di tutta l’area consolare. Ci sono elementi di Londra, Bristol, Bedford. Siamo praticamente tutte persone che vengono dall’associazionismo e che hanno sempre lavorato nelle associazioni degli italiani della comunità locale. Ma anche persone che hanno sviluppato le loro attività economiche in diversi campi o semplici lavoratori.
Persone che hanno sempre impegnate per la comunità e nella comunità in silenzio. Perché abbiamo deciso di farci sentire? Con i tagli dei fondi destinati ai servizi per gli italiani all’estero ci siamo resi conto che nessuno, o pochi comunque, se ne interessavano magari alzando la voce contro quelle ingiustizie che proprio non avevano senso logico e ci colpivano ingustamente come italiani all’estero. Noi, come semplici cittadini, non siamo stati affatto difesi lealmente dai COMITES precedenti e da chi avrebbe dovuto rappresentarci.
3.
Chi
è il capolista? Presentateli agli Italiani di Londra: chi sono, quale
background ed esperienza hanno, e da quanti anni sono in uk?
Il
Capolista è Luigi Reale, artefice
dell’istituzione del Consolato Onorario a Bedford e di molte proposte atte a
migliorare i servizi consolari, come quella delle concessioni alle figure
Onorarie consolari delle macchinette per i rilevamenti biometrici per i
passaporti. Ciò ha permesso a migliaia di persone in Inghlilterra e Galles di
evitare spostamenti difficili ed onoresi per raggiungere Londra, ma ha fatto si
che anche l’afflusso sulla Capitale inglese diminuisse, contribuendo tra
l’altro a dimezzare di fatto le attese sugli appuntamenti, da più di 4 mesi
(due anni fa) a meno di due mesi attuali.
Da
precisare Luigi Reale non ha mai fatto parte dei COMITES prima, mai si è
presentato per qualcuna di queste cariche, e mai ha sostenuto apertamente qualcuno.
Lui attualmente è candidato per il partito laburista al comune di Bedford.
Circa
la Lista vorremmo sottolineare che il
60% di essa è composta da donne: 10 candidate e 8 uomini, una delle pochissime liste
COMITES al mondo con una percentuale di donne nettamente superiore a quella
degli uomini. Gran parte dei nostri candidati sono italiani di seconda generazione
e terza generazione nati in GB, ma ci sono anche quelli nati in Italia,
‘cervelli in fuga’ e cose del genere.
La lista vuole il rinnovamento: i COMITES devono
avere delle persone che rappresentino tutta la realtà, no settori, no ghetti -
nuovi o vecchi che siano.
Non siamo emanazione di conflitti di interesse e
siamo una vera “lista civica”, dove ognuno ha il proprio credo e la propria
esperienza, la sua stimata storia.
4.
Che
programmi avete a sostegno della vecchia immigrazione, cioè di chi è già qui da
anni o è nato qui (seconda generazione in poi)?
Molto abbiamo già fatto come associazioni e non c’è
bisogno delle poltrone per fare le cose, i fatti e la nostra storia come
persone dedite all’associazionismo in Inghilterra ne sono testimoni. Di certo
però con i COMITES si riuscirebbe ad essere più incisivi, se questi organi
saranno fatti funzionare in modo diverso.
Alcune delle
cose su cui ci indirizzeremo da subito sono sul fronte della difesa dei diritti
ai servizi consolari, il superamento di norme che penalizzano gli italiani
residenti all’estero, tramite proposte e soluzioni concrete; nonchè la tutela
ad un più idoneo svolgimento delle operazioni di Voto all’estero.
Ci
adopereremo per facilitare l’accesso ai servizi per i residenti all’estero, con
meno burocrazia e rendendo più snelle e facili le pratiche; cercando in ‘primis’
un linguaggio idoneo ad un utenza eterogenea.
Il rinnovo
dei passaporti, come già si è fatto, è un punto cruciale da affrontare. In
particolare con la dotazione delle macchinette, per il rilevamento dei dati
biometrici, date alle figure onorarie per eliminare onerosi e lunghi viaggi ed
il macchinoso sistema di prenotazione on-line.
Punto focale
per avere un servizio più rapido ed efficiente sarà chiedere, compatibilmente
con i disposti legislativi, di dotare il Consolato Generale di Londra di
ulteriore personale, assunto in loco, addetto al disbrigo delle pratiche
amministrative. È incredibile come in Italia si possa credere che poco più di
30 persone possano servire realmente oltre ½ milione d’italiani in Inghilterra,
quello che si fa è già eccezionale.
Parallelamente bisogna snellire la burocrazia per le
pratiche pensionistiche; assicurare procedure compatibili con la realtà
amministrativa inglese, che ne facilitarebbe l’accesso; bisogna supportare enti
ed associazioni, che svolgono servizi utili e reali a favore degli italiani
all’estero in questo settore.
Rivolto un pò a tutti, ma in particolare alle nuove generazioni
è la promozione, a tutti i livelli, dei tratti culturali tipici per cui una
persona si definisce italiana: la cultura, che poi rappresenta il filo diretto
con il sentirsi o riconoscersi italiani e su cui gli inglesi tanto ci ammirano.
Le arti figurative, la musica, il cinema, l’architettura, la gastronomia sino
al design, la moda e molto altro, bisognerà impegnarsi a promuovere e sostenere
ogni iniziativa rivolta a celebrare o meglio far conoscere, sponsorizzare la
nostra cultura, una grande ricchezza per tutti.
Una grandissima risorsa poi è l’insegnamento della
lingua italiana, rivolta ai ragazzi d’origine italiana. Occorre tutelare e garantire la qualità dei
corsi di lingua, che costituiscono un legame fondamentale fra le nuove
generazioni e la cultura italiana stessa.
Promuovere
l’insegnamento della lingua italiana sostenendo la cooperazione, con le
istituzioni inglesi, al fine d’offrire anche più opportunità lavorative per gli
operatori italiani; con l’obbiettivo di porre l’italiano come seconda lingua ad
un livello paritario rispetto alle altre lingue straniere nel sistema
scolastico inglese.
Dovremo poi
impegniarci per incentivare di conseguenza le iniziative per la pubblicazione
di libri di testo, per l’insegnamento della lingua italiana come seconda
lingua, in relazione ai programmi scolastici in vigore nelle scuole inglesi.
Per una più
marcata funzionalità e operatività territoriale, riteniamo utile informare gli
enti e le associazioni culturali, che costituiscono ad oggi parte integrante e
principale veicolo di promozione della lingua e cultura italiana, sulle
opportunità di partnership e collaborazione.
Incoraggeremo
pertanto il mantenimento della cultura ed identità italiana, in senso esteso,
tale però da comprendere anche quella italofona. Una ricchezza, quest’ultima,
spesso sottostimata, frutto positivo dell’incrocio tra due culture.
5.
Che
programmi avete a sostegno della nuova immigrazione, e in particolare per i
nuovi under 30 in arrivo?
Servire i
residenti italiani all’estero, pone le proprie basi nel non lasciare nessuna
fascia d’età al margine o privarla dei diritti, sia che si parli di di nuova immigrazione
o no.
Siamo
consapevoli quanto possa essere talvolta critico il passaggio, da una
condizione consolidata, ad una tutta da costruire in una realtà straniera.
Quindi verificheremo costantemente differenti approcci per sostenere una
maggior integrazione nel luogo di residenza, promuovendo la comunicazione e il
confronto tra autorità locali ed italiane.
Informare
dei propri diritti e doveri sarà un elemento essenziale. Proteggere i nuovi
arrivati da coloro che ne approfittano, da pseudo agenzie che ci speculano,
offrono servizi che poi sono già gratuiti e facilmente ottenibili. Informare
sarà una priorità usando tutti i canali disponibili. La coperazione con il
Consolato Generale e la Farnesina e le autorità inglesi sarà il migliore
antidoto per combattere questo fenomeno emergente.
Bisogna
spingere poi ad un costante processo d’integrazione e partecipazione nella
realtà in cui si vive, evitando il più possibile ghettizzazioni. Acquisendo
doveri ma anche diritti.
Particolare
attenzione è posta, inoltre, a nuove idee, per un processo più veloce, nel
riconoscere i titoli di studio e qualifiche conseguite in Italia o all’estero.
Infine i percorsi professionali e le pubblicazioni internazionali bisogna far
si che vadano pienamente riconosciuti, ai fini della carriera accademica.
Bisogna
incoraggiare e valorizzare il “made by italyani all’estero”. Incluse tutte
quelle iniziative nate da poco, su iniziativa di giovani immigrati, che rappresentano
una realtà poco valorizzata, ma importantissima.
6.
Quali associazioni di Italiani frequentate piu`
regolarmente?
In realtà
più che frequentare le associazioni le abbiamo create, tra cui voglio ricordare: Circolo Italiano Bedford; Associazione
Italo Britannica (IBA); Italian Ladies Circle; Italian Cultural Centre of Bristol; Associazione Molisana
Bedfordshire (AMB); Voce
Scolastica Italiana (VSI), Club
Prima Generazione Italiana Bedfordshire. Giusto per citarne alcune, in cui diversi
candidati della lista ItalUk hanno fondato e tuttora diriggono, proponendo
programmi ricchi d’iniziative e spunti tematici. Associazioni ben conosciute e
corradicate nelle realtà in cui operano, non solo dagli italiani ma anche dagli
inglesi.
7.
Secondo
voi quanti sono gli Italiani a Londra?
Inclusi i non iscritti all’AIRE in GB vi sono oltre mezzo milione
d’italiani, secondo le stime riportate dal Consolato Generale. Stime calcolate
prevalentemente in relazione alla richiesta del ‘National Insurance Number’. Ad
ogni modo l’1% della popolazione in GB è d’origine italiana. Su Londra, città e
non circoscrizione vi risiedono circa la metà del ½ milione. Spesso si fanno errori
grossolani confondendo Londra città con Londra Circoscrizione Consolare. La
prima è appunto la metropoli con le sue aree limitrofe, la seconda comprende
tutta l’Inghilterra, il Galles, le isole ed anche Gilbiterra, Praticamente con
esclusione della Scozia ed Irlanda del Nord. È come confondere la popolazione
di Roma città con quella dell’Italia intera escludendo la Sicilia e la
Sardegna.
8.
Quanti
Italiani, secondo voi, sono a Londra senza essere iscritti all'AIRE? e quali
sono i motivi di questa mancata iscrizione?
La questione dei non iscritti all’Anagrafe degli
italiani all’estero (aire) è una questione molto seria. Si stima che nella
Circoscrizione Consolare di Londra siano 250mila, circa la metà del totale. Un
problema serio che limita di fatto l’acquisizione di alcuni diritti come
italiani all’estero, come il diritto al voto o al poter usufluire di alcuni
servizi consolari. Se vogliamo l’iscrizione all’aire è anche obligatoria quando
si risiede all’estero per un periodo superiore ai 12 mesi. Ma attenzione c’è
anche l’altra faccia della medaglia, iscrivendosi all’aire si acquisiscono
degli oneri che i non iscritti non hanno. Ad esempio se hai una prima casa di
proprietà in Italia non sfitta non paghi l’IMU, appena ti iscrivi all’aire
diviene seconda casa e paghi la tassa. Meno che tu non sia un pensionato o
rientri in quel 20% dei comuni che hanno riconosciuto agli italiani all’estero
pari status di quelli in Italia. Il non iscriversi all’aire non è soltanto
frutto di una mancanza d’informazione ma c’è anche dell’altro. Un problema
serio e spinoso che va affrontato con un’analisi seria e ponderata.
9.
Che
programmi avete per i giovani immigrati non "ufficiali"? Pensate di
fare promozione anche per loro?
Io non farei questa distinzione tra immigrati ufficiali e non solo per l’iscrizione all’aire. Non lo so, ma non mi piace. Di non iscritti all’aire ce ne sono ovunque anche tra quelli della terza e quarta generazione se vogliamo. Ci proponiamo di servire gli italiani all’estero, tutti, nelle loro molte sfaccettature e nelle loro diverse esigenze.
In ogni caso ci terrei a ribadire che se si vuo servire i
residenti Italiani all’estero, bisogna porre le proprie basi nel non lasciare
nessuna fascia d’età al margine o privarla dei diritti, sia che si parli di giovani
o anziani, d’immigrati ufficiali o non.
10.
Se venite
eletti come potranno contattarvi gli Italiani londinesi? E come renderete note
le riunioni e le delibere dei COMITES?
In tutti i modi possibili. Bisogna che il Comites si aggiorni ed abbia un proprio sito web ed usi tutti i canali dei social, usi molto il canale dei giornali italiani locali, ma anche le forme di comunicazione piu’ tradizionali per far si che arrivi a tutti. Ed anche la stampa inglese, mai utilizzata prima, spesso molto disponibile su alcune tematiche specifiche, se si hanno le copetenze di presentarle in un certo modo.
Naturalmente
forniremo aggiornamenti sui lavori dei
Comites, daremo visibilità dello stato delle attività e progetti in essere.
Quindi maggiore visibilità, trasparenza e accessibilità alle stesse riunioni
Comites.
11.
Avete
mai fatto esperienza di gestione politica con qualche partito? Che rapporti
pensate di tenere le rappresentanze politiche?
Qualcuno di noi ha esperienze di partito altri no. Siamo una lista civica con varietà di background e sensibilità politica, ma siamo tutti uniti nella volontà di servire gli interessi della comunità italiana in Inghilterra, indipendentemente da un credo politico o l’altro.
È
imprescindibile che ci debbano essere rapporti stretti con le rappresentanze
politiche ed istituzionali italiane, ma anche con quelle inglesi se si vogliono
fare le cose. Bisogna ricordarsi che il potere dei Comites è prevalentemente
consultivo, come tale: analizzare e sintetizzare i problemi suggerendo
soluzioni. Poi le autorità politiche ed istituzionali debbono trasformare il
tutto in fatti. Se i Comites non sanno o non vogliono dialogare con le autorità
politiche ed istituzionali non servono. Stiamo parlando di organi
prevalentemente consultivi, che abbiano la capacità di farsi ascoltare.
12.
Recentemente
ci sono state molte critiche riguardo ai COMITES e possiamo dire che gli
italiani si dividono tra chi li vuole abolire e chi li vorrebbe rinnovare, voi
che cosa abolirete e cosa salverete dei COMITES?
Le critiche sono meritate!
Tra quelle più pungenti le ho fatte io. Ma la critica non era tanto verso l’istituzione di per se, anche se fosse stato auspicabile una riforma radicale di questi organismi, ma verso coloro che non hanno saputo rispondere alle esigenze ed alle aspettative di chi gli aveva eletti.
Se
un consiglio comunale in Italia non funziona, cambi i suoi membri non è che
chiudi il comune. Ci sono comunque anche esempi di Comites virtuosi in giro per
il mondo, pochi vero, ma che hanno veramente fatto tanto. D’altra parte per
aprire un sito web ed informare la gente in maniera diversa su come prenotare
gli appuntamenti per i passaporti, dove sono gli uffici dislocati sul
territorio e gli orari, dove sono avvocati e notai italiani, corsi di lingua
italiana, come si pagano le tasse nel paese di residenza e cose del genere non è
che bisogna cambiare la legge. Tutto questo è mancato e quindi le critiche sono
state più che meritate, direi giuste.
13.
Per
finire un appello al voto: perché gli Italiani di Londra dovrebbero votare per
voi?
Per avere qualcuno che si faccia interprete di istanze, che sintetizzi quei
problemi e trovi soluzioni pratiche.
Luigi Reale 13
marzo 2015
(Capolista
ItalUk)
@lreluigi
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