Mediamente le scuole statali sono mediocri, più mediocri di quelle italiane.
Le scuole internazionali si paga e son generalmente OK. Le scuole private son generalmente quelle religiose (quelle cattoliche son molto forti) ma per entrarci serve la dimostrazione di essere cattolici ferventi con dettami tipo l'aver battezzato il figlio entro 3 mesi dalla nascita (se son 4 mesi l'ingresso a scuola, 5 anni dopo, è precluso), l'andare a messa ogni domenica e per dimostrarlo, lasciare un bigliettino con un numero nelle offerte. Insomma, una commedia ridicola! Ma la richiesta è tanta e quindi le scuole possono fare le difficili.
Poi ci son le"public Schools", le scuole dove si entra per diritto nobiliare e di censo. Le rette costano anche 30mila sterline all'anno ma i criteri di selezione sono strettissimi, tanto che nella comunità italiana neppure si menzionano queste scuole.
Quello che invece si menziona è il costume inglese di spostarsi di casa per poter avere diritto a mandare i figli alla scuola locale. Il caso vuole che alcune scuole statali siano decenti ma per poterci andare devi fisicamente essere residente in quel comune o nei comuni vicini. Così si vedono intere famiglie che da una contea se ne vanno a vivere in altre contee per il solo scopo di far studiare i figli nelle migliori scuole.
Alcuni, protestanti o atei, anche battezzano il figlio in previsione di una iscrizione nella prestigiosa scuola cattolica di turno.
Il nostro senso di inferiorità nei confronti degli inglesi non ci fa ridere di ste cose ed essere orgogliosi della nostra scuola pubblica che, con mille pezze, comunque è mediamente buona e soprattutto rende la buona scuola accessibile a tutti e non solo ai conti e contesse.
Non ci meraviglia dunque leggere sul Corriere della Sera un articolo sull'Inghilterra che titola così:
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