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L’insegnamento della lingua italiana all’estero? Una risorsa d’indotto strategica molto importante per l’Italia ...e poi sin dal 2008 si è dissanguato il capitolo di spesa 3153 sui corsi di lingua e cultura
Fa piacere notare le molte dichiarazioni da parte di importanti esponenti di governo e non solo, cui considerano l’insegnamento della lingua all’estero: una risorsa d’indotto molto importante per l’Italia, un investimento economico strategico. Dispiace che poi non ci siano di conseguenza azioni o proposte in campo, praticabili da subito, atte ad invertire un ‘trend’ negativo. Avere delle idee positive sull’importanza della lingua italiana è una bella cosa, ma bisogna anche sapere come portarle avanti. Questa situazione, oltremodo, mortifica tantissimi cittadini italiani residenti all’estero di nuova emigrazione, ai quali si aggiungono moltissimi discendenti italiani, veri protagonisti della stessa immagine dell’Italia nel mondo.
Proprio in questi giorni da sicure indiscrezioni sulla Legge di stabilità 2016, si prevede un ulteriore consistente taglio, nella misura di quasi il 30% sul capitolo di spesa 3153, dei corsi ex art. 636, D. Lgs 297/94. Fortunatamente, grazie anche all’avveduto intervento di alcuni parlamentari eletti all’estero, questo serio e micidiale decurtamento sarà probabilmente annullato ed il capitolo di spesa del MAECI n. 3153 rifinanziato come in precedenza, speriamo che sia così.
A nostro parere, resta una forte e strutturale criticità sulla materia, accumulatasi negli anni precedenti, che sta causando un triste e penoso declino dell’insegnamento e promozione della lingua e cultura italiana all’estero.
Questa situazione ha determinato un arretramento marcato nella diffusione dell’insegnamento della lingua e cultura italiana in molti Paesi, al di là di quello che si dice. Partendo dal 2012, infatti, cioè da quando è stato stilato il rapporto della Commissione, dati alla mano, vi è stata una perdita di studenti frequentanti di circa il 30% sul totale, circa il numero degli alunni dei corsi ex art.636, D.Lgs 297/94. Più precisamente, si è avuta una riduzione nel numero degli studenti di ben 27.812 unità. Seguono i dati numerici del triennio in questione:
nell’anno 2012, alunni 315.953;
nell’anno 2013, alunni 296.497;
nell’anno 2014, alunni 288.141 (cifra che rappresenta l’ultimo dato statistico fornito nel mese di luglio 2015).
Pena la perdita di altre migliaia di studenti anche per l’anno scolastico 2015, considerando il ‘trent’ negativo. Dati gravi ed allarmanti, imbarazzantemente incontrovertibili, pertanto si chiede alle Autorità di Governo di rifinanziare adeguatamente i capitoli di spesa relativi a questa materia, partendo semmai dai risparmi di spesa su altri capitoli. È necessario intervenire ancor più marcatamente su capitoli di bilancio, come il n.3153, ex art. 636, D. Lgs 297/94, gravemente in sofferenza. Ci si rende conto della particolare congiuntura economica, ma è altrettanto chiarissimo ai nostri occhi che non intervenire costerà molto di più.
In conclusione per meglio capire qual'e' la reale politica, in termini finanziari, sulla promozione della lingua e cultura italiana all'estero sagace e' agghiacciante e' il confronto con altri Paesi europei:
la Gran Bretagna investe 826 milioni l’anno, la Francia 760 milioni, la Germania 218 milioni, la Spagna 80 milioni, mentre L’Italia elargisce contributi a Enti ed Associazioni per corsi di lingua e cultura italiana per meno di 10 milioni l’anno.
E' profondamente ingiusto, al di la' di tante belle parole, cosi' come viene realmente nei fatti considerata e supportata la promozione della lingua italiana all'estero.
Maria Iacuzio
L’insegnamento della lingua italiana all’estero? Una risorsa d’indotto strategica molto importante per l’Italia ...e poi sin dal 2008 si è dissanguato il capitolo di spesa 3153 sui corsi di lingua e cultura
Fa piacere notare le molte dichiarazioni da parte di importanti esponenti di governo e non solo, cui considerano l’insegnamento della lingua all’estero: una risorsa d’indotto molto importante per l’Italia, un investimento economico strategico. Dispiace che poi non ci siano di conseguenza azioni o proposte in campo, praticabili da subito, atte ad invertire un ‘trend’ negativo. Avere delle idee positive sull’importanza della lingua italiana è una bella cosa, ma bisogna anche sapere come portarle avanti. Questa situazione, oltremodo, mortifica tantissimi cittadini italiani residenti all’estero di nuova emigrazione, ai quali si aggiungono moltissimi discendenti italiani, veri protagonisti della stessa immagine dell’Italia nel mondo.
Proprio in questi giorni da sicure indiscrezioni sulla Legge di stabilità 2016, si prevede un ulteriore consistente taglio, nella misura di quasi il 30% sul capitolo di spesa 3153, dei corsi ex art. 636, D. Lgs 297/94. Fortunatamente, grazie anche all’avveduto intervento di alcuni parlamentari eletti all’estero, questo serio e micidiale decurtamento sarà probabilmente annullato ed il capitolo di spesa del MAECI n. 3153 rifinanziato come in precedenza, speriamo che sia così.
A nostro parere, resta una forte e strutturale criticità sulla materia, accumulatasi negli anni precedenti, che sta causando un triste e penoso declino dell’insegnamento e promozione della lingua e cultura italiana all’estero.
Questa situazione ha determinato un arretramento marcato nella diffusione dell’insegnamento della lingua e cultura italiana in molti Paesi, al di là di quello che si dice. Partendo dal 2012, infatti, cioè da quando è stato stilato il rapporto della Commissione, dati alla mano, vi è stata una perdita di studenti frequentanti di circa il 30% sul totale, circa il numero degli alunni dei corsi ex art.636, D.Lgs 297/94. Più precisamente, si è avuta una riduzione nel numero degli studenti di ben 27.812 unità. Seguono i dati numerici del triennio in questione:
nell’anno 2012, alunni 315.953;
nell’anno 2013, alunni 296.497;
nell’anno 2014, alunni 288.141 (cifra che rappresenta l’ultimo dato statistico fornito nel mese di luglio 2015).
Pena la perdita di altre migliaia di studenti anche per l’anno scolastico 2015, considerando il ‘trent’ negativo. Dati gravi ed allarmanti, imbarazzantemente incontrovertibili, pertanto si chiede alle Autorità di Governo di rifinanziare adeguatamente i capitoli di spesa relativi a questa materia, partendo semmai dai risparmi di spesa su altri capitoli. È necessario intervenire ancor più marcatamente su capitoli di bilancio, come il n.3153, ex art. 636, D. Lgs 297/94, gravemente in sofferenza. Ci si rende conto della particolare congiuntura economica, ma è altrettanto chiarissimo ai nostri occhi che non intervenire costerà molto di più.
In conclusione per meglio capire qual'e' la reale politica, in termini finanziari, sulla promozione della lingua e cultura italiana all'estero sagace e' agghiacciante e' il confronto con altri Paesi europei:
la Gran Bretagna investe 826 milioni l’anno, la Francia 760 milioni, la Germania 218 milioni, la Spagna 80 milioni, mentre L’Italia elargisce contributi a Enti ed Associazioni per corsi di lingua e cultura italiana per meno di 10 milioni l’anno.
E' profondamente ingiusto, al di la' di tante belle parole, cosi' come viene realmente nei fatti considerata e supportata la promozione della lingua italiana all'estero.
Maria Iacuzio
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