giovedì 11 dicembre 2014

Dall'Italia se ne vanno tutti (e, nuovo trend, poi prendono la cittadinanza estera)


C'é un trend che non so se i centri studi ed i sociologi hanno notato o ne hanno mai parlato ma a noi, a occhio, appare come un'evidente nuova forma di ribellione verso l'Italia da parte di chi emigra.

Gli emigranti arrivati all'estero negli anni Cinquanta il piú delle volte hanno mantenuto la sola cittadinanza italiana. Almeno, i settanta-ottantenni che noi conosciamo han fatto cosí. Ovviamente i loro figli nati all'estero hanno la cittadinanza locale e pure quella italiana (della quale si son sempre scordati quando c'era da andar giú a fare il servizio militare, ma questa é una storia del passato). Per la "vecchia emigrazione" l'Italia rimaneva sempre nel cuore ed era la destinazione dopo la pensione: per questo in molti si sono fatti la casa in Italia nel loro paese (per poi scoprire che son tartassati di tasse anche se la usano magari solo per le vacanze estive). Mantenere la cittadinanza come unica cittadinanza era una sorta di atto di orgoglio e fedeltá mentale, una sorta di speranza che prima o poi le cose in Italia sarebbero andate meglio e che gli Italiani si sarebbero nobilitati di fronte al mondo.

D'altronde sta nel "Canto degli Italiani" (piú noto come "Inno d'Italia) il passaggio...

Noi siamo da secoli 
Calpesti, derisi

Perché non siam popolo,
Perché siam divisi. 

Raccolgaci un'unica 
Bandiera, una speme: 
Di fonderci insieme 
Già l'ora suonò. 
Stringiamci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò.


Ora, quello che si nota é che gli emigrati, soprattutto laureati e con professioni specializzate, tendono non solo a rimanere all'estero ma pure a prendere la cittadinanza del; paese estero dove risiedono!

Tra i quarantenni e pure tra i trentenni che son via dall'Italia da un decennio e oltre, ormai non si contano le foto su Facebook alla cerimonia di giuramento per la nuova cittadinanza.

In piú, questi emigrati, non hanno nessuna speranza in un'altra Redenzione dell'ex bel paese! La sfiducia nelle Istituzioni, nella politica e pure nei propri concittadini che sembra sempre siano rimasti a crogiolarsi tra corruzione, familismo e malaffare con una complice rassegnazione. L'unico scatto d'orgoglio, si fa per dire, sembra venire dalla forte astensione alle elezioni che puó essere letto come un atto di rivolta contro la classe dirigente. Anche se non é il modo per cambiare le cose. 

per cambiare serve un'offerta politica diversa ed un cambio di mentalitá verso la meritocrazia e la concorrenza tra forza virtuose.

Non sembra esserci all'orizzonte e cosí sempre piú giovani e meno giovani si prendono la cittadinanza straniera. 


Peró credevano ancora nell'Italia

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